La recensione su Old

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: OLD

Arrivato ai 50 anni M.Night Syamalan, uno dei più talentuosi registi della sua generazione, si chiede che genere di regista sarà. Quello che ha fatto gridare al miracolo con i primi suoi film che sono delle perfette scatole cinesi narrative o quello che si è perso per strada con strane divagazioni fantascientifiche. Sei più Hitchcock o più Spielberg.

E dietro tutte queste domande il fattore tempo è determinante al punto che diventa il vero protagonista del suo ultimo film, quello che secondo me ne segnerà il percorso definitivo di maturità registica.

Old è Tratto da una Graphic Novel intitolata Castello di Sabbia regalata al regista da sua figlia e che lui ha interiorizzato e adattato alla sua visione e al suo cinema.

Old è un autentico viaggio spazio temporale dentro le nostre paure e le nostre incertezze, un film che colpirà più i “Vecchi” che i “Giovani” che sentono questo tempo che passa inesorabile e che cercano di fuggire in maniera inesorabile dalle trappole che esso ci riserva.

Protagonisti un gruppo di vacanzieri che si trovano in un resort da sogno in stile Fantasilandia, Syamalan dissemina indizi per tutto l’inizio film come pezzi di un puzzle che piano piano si ricompone nel corso del film come un messaggio in codice da decriptare solo al momento giusto.

Una famiglia composta da un padre che si preoccupa troppo al futuro e una madre che lavorando in un museo ha solo il passato come passione che devono affrontare il presente: passare insieme ai figli il presente di una vacanza prima di affrontare una dolorosa separazione peggiorata dal tumore di lei, un medico con un principio di Alzehimer e la moglie con problemi di calcificazione alle osse con figlia e nonna al seguito, un infermiere e la moglie psicologa affetta da gravi crisi epilettiche.

A questo gruppo di variegate persone viene offerta un gita esclusiva in una caletta esclusiva.

Purtroppo, in quella spiaggia maledetta il tempo passa inesorabilmente e mezzora corrisponde ad un anno di vita. Gli adulti cominciano ad invecchiare e i bambini cominciano a crescere.

Questo è l’incipit di Old ed è forse meglio non aggiungere altro a livello di trama ma è meglio soffermarsi sul lavoro fatto dal regista e dal cast.

Syamalan realizza un thriller solare, la paura e il mistero è alla luce del sole accentuandone l’invisibilità del pericolo.

Il Covid anche se non è mai nominato, si percepisce in tutto il film. Le malattie sono il filo sottile che lega i destini delle persone presenti nell’isola.

I protagonisti col passare del tempo sentono di vivere come chiusi in una gabbia come cavie da laboratorio che vengono stordite dalla “Spiaggia” ogni qual volta tentano di scappare dalla location.

Il Regista nonostante qualche colpo a vuoto all’inizio riesce a tenere dritta la barra del timone della tensione fino alla fine, alternando scene raccapriccianti ad altre ad alto fattore emotivo.

M.Night Syamalan come marchio di firma alla Hitchcock si tiene un piccolo ma significativo Cameo di colui che tutto film e tutto osserva e soprattutto crea tutte le premesse per il colpo di scena finale che ci fa tornare con i piedi molto ben salti per terra dopo quasi 2 ore di “Trip” visivo.

Da segnalare le belle interpretazioni Gael Garcia Bernal e VickyKrieps che si sviluppano e crescono come l’invecchiamento dei loro personaggi dando anche una certa rilevanza al fatto che l’amore ha bisogno di tempo e attenzione per poter durare e mantenere la propria forza fino alla fine.

Old è una tappa importante per il percorso di crescita di un bravissimo regista che ha realizzato un film interessante ma imperfetto, assolutamente da vedere e sperare che abbia intrapreso il percorso giusto per il giro di boa della sua filmografia.

Voto 6,5/7