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Se ti abbraccio non aver paura

Regia di Niccolò Maria Pagani vedi scheda film

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La recensione su Se ti abbraccio non aver paura

di marcopolo30
5 stelle

Documentario realizzato due anni fa in occasione della giornata mondiale per la consapevolezza dell'autismo. Encomiabili le intenzioni degli autori, poco fortunato (cinematograficamente parlando) il risultato. VOTO: 5

Ogni anno, il 2 aprile, si celebra in tutto il mondo la giornata per la consapevolezza dell'autismo. È stata istituita dall'ONU nel 2007 per dare a conoscere un problema ancora poco noto ai più, nonostante coinvolga direttamente milioni di persone. Il fatto che cada proprio il giorno dopo quello del famoso “Pesce” d'aprile, indubbiamente una coincidenza, risulta comunque, per chi qualche contatto con l'autismo lo ha avuto, cosa non priva di significati.Ho personalmente avuto la fortuna di lavorare in un centro per persone affette da autismo (e simili disturbi del neurosviluppo), qui in Norvegia. Anzi, fu proprio il mio primo impiego appena 'sbarcato'. Ci passai circa un anno e mezzo e rimane quella per me una delle esperienze più intense e edificanti mai vissute. Il rapporto con l'autistico è un qualcosa che si costruisce ora dopo ora, giorno dopo giorno. Bè, un po' come tutte le relazioni direte voi, no? In un certo senso sì, con la notevole differenza che le relazioni 'normali' puoi verificarle in qualunque momento, puoi dare un'occhiata, metterle alla prova senza perciò rischiare di distruggere tutto in maniera irrimediabile. Un po' come la costruzione di un ponte o di una casa: lo stato dei lavori è sempre ben visibile. Nel rapportarsi con l'autismo tale prova del nove non esiste, non può esistere. C'è solo da lavorare, credere e non scorarsi. E un giorno, se sei bravo e fortunato, quel ponte, quella casa ti appare completamente costruita, sebbene sempre fragile. E la gioia immensa provata in quel momento non ha prezzo. La parola chiave, nelle relazioni con l'autismo, è pazienza. Ho visto persone intelligenti, colte e preparate fallire miseramente proprio perché le riserve di tale pazienza a un certo punto si esaurivano e non si rigeneravano più allo stesso ritmo con cui venivano consumate. E per molti genitori crescere, educare un figlio autistico risulta quindi un ottomila himalayano da scalare senza ausilio dell'ossigeno, un'immersione in apnea dalla quale sanno/sentono che mai usciranno per una buona boccata d'aria a pieni polmoni. Molti, probabilmente i più, si arrendono. Non me ne sorprendo né li giudico o condanno: ognuno fa le proprie scelte e poi convive con le conseguenze di tali scelte, nel bene e nel male. Franco Antonello appartiene al gruppo di quei genitori che non si arrendono, e oggetto di questo “Se ti abbraccio non avere paura” è un suo viaggio in moto on-the-road dall'Italia a Marrakech insieme a suo figlio Andrea, autistico, per l'appunto. Mi vien difficile giudicare questo documentario firmato Niccolò Maria Pagani senza apparire ingeneroso, perché come mezzo di diffusione per la sopracitata consapevolezza dell'autismo merita certamente un encomio. Da un punto di vista più strettamente cinematografico però il suo film lascia il tempo che trova. È né più né meno un diligente compitino, tanto prevedibile nello svolgimento quanto curato nella confezione. Molto ben musicato, con colonna sonoraprevalentemente blues, ma che in ultima analisi perde di vista il nucleo della questione, e cioè l'autismo, concentrandosi invece su dettagli di avventure di viaggio francamente risibili (almeno per i miei standard on-the-road) tipo la strada inondata dall'alluvione, o un forte temporale in autostrada. E anche l'osservazione della relazione padre-figlio autistico sembra interessarsi principalmente a sentimenti e sensazioni del primo, altra scelta alquanto discutibile. Da notare che partendo dal medesimo soggetto, Gabriele Salvatores aveva già realizzato il dramma “Tutto il mio folle amore”, il cui set in Dalmazia viene peraltro visitato da Franco e Andrea nel finale del presente documentario.

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