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Giorno per giorno

Regia di Amos Gitai vedi scheda film

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La recensione su Giorno per giorno

di FilmTv Rivista
8 stelle

Dal 1993, anno in cui ha interrotto il proprio esilio, Amos Gitai si è dedicato con passione a un progetto: raccontare la società israeliana di oggi attraverso un trittico di cui “Giorno per giorno” è il secondo episodio. Dopo “Devarim” ambientato a Tel Aviv e presentato a Venezia nel 1995 e prima di “Kadosh” visto recentemente a Cannes, “Giorno per giorno”, si serve dello sguardo del quarantenne Moshe per dipingere un impietoso spaccato di vita di Haifa, città natale di Gitai. Figlio di un arabo israeliano e di un’ebrea, l’ipocondriaco Moshe vive dalla nascita un tragicomico senso di non appartenenza: il padre lo chiama Moussa, la madre Moshe e qualcun altro Mosh. L’uomo conduce una vita ondivaga tra una moglie, la splendida amante Grisha che divide, a sua insaputa, col suo migliore amico Jule e il lavoro di panettiere. Attorno a lui è d’obbligo ignorare una situazione politica difficile, in cui la pacifica convivenza tra arabi e israeliani è ancora una chimera. Presentato a Venezia lo scorso anno, “Giorno per giorno” è lontano mille miglia dall’estetica del “cinema dell’esilio” di Gitai, il quale tenta di mescolare una narrazione da Family Film tipicamente americana con uno sguardo europeo.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 32 del 1999

Autore: Fabrizio Liberti

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