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Il club dei divorziati

Regia di Michaël Youn vedi scheda film

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La recensione su Il club dei divorziati

di silviodifede
5 stelle

Il genere alla Apatow (sia come stile che volendo per la trama, con i protagonisti 40enni immaturi) non si abbina benissimo con lo stile della commedia francese. A qualche buona trovata fa da contraltare un ritmo non perfetto e qualche passaggio a vuoto. Poco sotto la sufficienza.

Quando si prova a produrre un film dissacrante solo in apparenza ma fin troppo costruito nella realtà, il rischio enorme è quello di portare a una pellicola senza una vera e propria anima, soprattutto se poi lo stile cercato è piuttosto lontano da quello più conosciuto.

Le stimmate de "Il club dei divorziati" sono fin troppo ovvie: è un film che scopiazza i vari Apatow Movie provando a riportarli nei confini francesi, tanto che lo stile grossolano-demenzialemanontroppo e persino la stessa trama (con come protagonisti i soliti 40enni immaturi) sembrano usciti da uno qualsiasi dei film diretti o prodotti da Apatow. Uno dei problemi però è che questo stile storicamente non riesce bene ai francesi, straordinari nel giocare con la commedia con uno stile molto più raffinato e ricercato ma spesso in imbarazzo quando provano una via più sboccata-esagerata.

Oltretutto a penalizzare un film, che in sé per sé non è nemmeno malaccio, c'è una patina di ruffianaggine che è difficile scrollarsi di dosso: l'impressione chiara è che questa pellicola sia stata creata non per avere qualcosa da dire o per divertire in linea generale, ma proprio per piacere per forza a un possibile pubblico oltreoceano, specificamente quello americano. Tanto che alcuni riferimenti (come il "sono eccitato quanto Harvey Weinstein a un casting") appaiono forzatissimi: e appunto, appaiono davvero poco naturali, troppo studiati.

 

Non è certo tutto da buttare, alcune trovate sono anche divertenti, come la stalker con cui il protagonista Ben finisce a letto finendo per ritrovare il proprio volto tappezzato in tutta la città, o l'amica iper-protettiva e ultra-aggressiva, per un film che riesce a strappare più di qualche sorriso se non proprio qualche bella risata.

C'è però la chiara impressione di una regia incapace di maneggiare perfettamente questo genere di pellicola, portando a un ritmo altalenante, con anche qualche brutto passaggio a vuoto.

 

La domanda è: c'è proprio bisogno di scopiazzare gli americani proponendo film del genere?

 

Voto: 5

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