Regia di George Clooney vedi scheda film
George Clooney porta sullo schermo “Good Morning, Midnight”, romanzo a metà tra fantascienza e dramma ben scritto e interpretato ma tarato da un ritmo eccessivamente lento. Il Covid gli precluse il grande schermo e per un film così ben fotografato è un peccato. VOTO: 6
È un film riuscito solo per metà il penultimo lavoro di George Clooney. È un film di fantascienza nell'accezione più ampia del termine, ma è anche o diciamo pure 'soprattutto' un dramma, una riflessione sulla fine dell'esistenza, sui momenti/giorni che precedono tale fine e sugli inevitabili bilanci che tale imminente Game Over porta con se. È un film riuscito per quel che riguarda il soggetto, non originale visto che parliamo della trasposizione cinematografica di un romanzo di buon successo critico (“Good Morning, Midnight“ di Lili Brooks-Dalton), con due storie che procedono parallele per gran parte della durata del film per poi sorprendentemente e poeticamente convergere fino a fondersi nell'onirico finale. Riuscito è anche nelle buone prove attoriali dello stesso Clooney (una garanzia) e della piccola Caolinn Springall, bravissima nel ruolo della bambina muta. Molto intensa poi la fotografia, particolarmente efficace nelle scene di ambientazione artica. Quello che purtroppo tara il film è un ritmo al bromuro, voluto per risaltare la drammaticità degli eventi narrati, per carità, che ottiene però il ben poco desiderabile effetto collaterale della cosiddetta 'palpebra calante'. Il film era stato pensato e girato per essere mostrato con sistemi IMAX, ma l'emergenza Covid-19 rese ciò impossibile e il film uscì direttamente in streaming (su Netflix) nel dicembre 2020. E, considerando la cura dedicata alla fotografia e a tutto il lato tecnico dell'opera, il non aver potuto usufruire di distribuzione sul grande schermo resta un bel cruccio.
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