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Adú

Regia di Salvador Calvo vedi scheda film

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La recensione su Adú

di marcopolo30
6 stelle

Il dramma dei migranti africani inquadrato dal regista spagnolo Salvador Calvo da tre distinti punti di vista. Sfortunatamente tale tecnica non permette di sviluppare appieno nessuna delle tre sottotrame. Un peccato. Resta comunque un'opera dignitosa. VOTO: 6

Arriva proprio dalla Spagna, principale porta d'ingresso meridionale (insieme all'Italia) per i migranti africani, la dura storia di Adú, bimbo camerunense in viaggio verso una speranza di vita. Ed è una storia talmente interessante, oltre che drammatica, che dispiace un po' il modo in cui Salvador Calvo, autore del film, ha deciso di raccontarcela. Il film è infatti composto da tre sottotrame distinte, legate dal tema africano ma che in fin dei conti si sfiorano solamente in un paio di occasioni più che intrecciarsi a formarne una unica di trama. Oltre alla già citata storia di Adú e del suo viaggio attraverso mezza Africa, trovano posto nel film quella di Gonzalo, ranger spagnolo di stanza in Camerun, tanto strenuo nella difesa degli animali selvatici quanto superbo nell'interazione con la gente del posto; e quella di un gruppo di Guardia Civil di Melilla alle prese con i continui assalti del muro di confine da parte dei migranti. Prese a se, ciascuna di esse risulta reale e interessante, ma il poco tempo a disposizione non permette di sviluppare nessuna delle tre a dovere. E mi dispiace, ma la penso e la penserò sempre così: i drammi così strutturati, oggi piuttosto di moda, non valgono per me più delle vecchie commedie italiane a episodi tanto in voga negli anni '60. In poche parole, si vendono come 3 per 1 ma rappresentano in realtà per i produttori una maniera molto più spiccia per realizzare un lungometraggio. Quello che salva il film sono secondo me due dettagli: 1) il realismo con cui viene immortalata la realtà africana. Anni fa passai diversi mesi girovagando per l'Africa occidentale e posso confermare che regista e sceneggiatore (Alejandro Hernandez) non parlano qui per sentito dire. 2) Luis Tosar, mio mito personale, un attore carismatico come pochissimi. Insomma, un 6 complessivo, media aritmetica tra i più e i meno appena illustrati.

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