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Primos

Regia di Mauro Carvalho, Thiago Cazado vedi scheda film

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La recensione su Primos

di alan smithee
6 stelle

ZE FESTIVAL 2019 - NICE

La vita del giovane e bene educato Lucas, orfano affidato alle cure della zia devota e zitella che risponde coerentemente al nome di Lourdes, viene sconvolta il giorno in cui la donna comunica al ragazzo che, proprio in concomitanza con la sua partenza per un viaggio pastorale, giungerà in casa loro un lontano parente. Si tratta di un cugino più o meno coetaneo di Lucas che, appena uscito di prigione per circostanze poco chiare, si ritrova al momento in difficoltà a rientrare a casa ed ha bisogno di un periodo di accoglienza.

Il ragazzo, appreso che il nuovo arrivato si chiama Mario, e che condividerà addirittura camera sua, si predispone nel migliore dei modi ad accoglierlo, sperando di poter presto tornare padrone della sua camera e della relativa intimità ed indipendenza conquistata durante quei sereni anni di vita trascorsi con la amorevole zia.

Ma quando Mario si presenterà dinanzi a lui, bello, disinibito, prestante, simpatico e un po' malizioso quanto basta per renderlo irresistibile, ecco che per Lucas tutto cambierà. In meglio certo, perché il rapporto tra i due si spingerà presto verso un'attrazione reciproca che combinerà sia l'aspetto esteriore, che quello attitudinale e caratteriale, ma finendo altresì per suscitare sospetti all'interno di una comunità bigotta e chiusa come quella che contraddistingue le frequentazioni e le relazioni sociali che si sviluppano attorno a quella casa.

Per la regia di Thiago Cazado, lo stesso simpatico e prestante giovane attore che presta corpo e volto al personaggio fresco e disincantato di Mario, per 'occasione coadiuvato nella direzione da Mauro Carvalho, Primos si presenta come un film smaccatamente, quasi sconcertantemente leggero: una commedia semplice e fresca, che sa essere ingenua e assieme pure maliziosa, in grado di rappresentare con coerente afflato emotivo l'evoluzione in crescendo di un rapporto che nasce tra timidezza e pregiudizio (di un ragazzo bene educato nei confronti di un presunto delinquente appena uscito di galera), e si trasforma rapidamente in attrazione irresistibile. Leggerezza e focosità di un'età come quella tardo adolescenziale che appaiono perfettamente consone con i personaggi trattati, e che non impedisce al film, verso il suo epilogo, di affrontare tematiche di fondo serie come quelle della bieca e sorda intolleranza verso un approccio che consideri l'amore condiviso e sincero come qualcosa di meraviglioso che possa essere appannaggio anche di due persone del medesimo sesso.

 

E la gioiosità contagiosa di fondo, la follia delirante e contagiosa dei personaggi di contorno (la strepitosa zia Lourdes che pare vivere in un mondo tutto suo, ma che capisce molto più di quanto non paia dimostrare) che prendono parte alla bizzarra vicenda, rendono la storia una sorta di favola moderna che sa essere gradevole e deliziosa senza rinunciare a rappresentare una forma di erotismo ed attrazione che appare pura e sincera oltre ogni velleità realistica, anche grazie al trasporto emotivo che i due bravi e giovani protagonisti sanno trasportare sullo schermo, a beneficio di ognuno dei rispettivi bei personaggi.  

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