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L'incredibile storia de L'Isola delle Rose

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

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La recensione su L'incredibile storia de L'Isola delle Rose

di marcopolo30
8 stelle

Torna Sydney Sibilia con un'altra brillante commedia, questa volta ispirata peraltro a una storia vera che incredibile (e ignota ai più) lo è davvero. Tutto funziona, dallo script alle interpretazioni, dalla fotografia 'vintage' all'indimenticabile colonna sonora. VOTO: 8½

Mai titolo fu più azzeccato di questo! E già, perché la storia dell'ingegner Rosa e della sua isola-stato incredibile lo è davvero. E altrettanto incredibile è il fatto che prima dell'uscita del film io non avessi mai sentito parlare della sua straordinaria impresa. Nel 1968, quando cioè Giorgio Rosa portò a compimento il suo visionario progetto, io ero ancora lungi dal venire al mondo, ok. Ma non c'ero nemmeno quando l'uomo metteva piede sulla luna, quando Kennedy veniva assassinato o quando Coppi e Bartali si passavano la borraccia con l'acqua. Eppure son tutte storie che ho letto/visto/sentito milioni di volte. Questa invece assolutamente mai, nemmeno un cenno fosse dove fosse. Progettare e realizzare con successo un'isola artificiale con la tecnologia disponibile negli anni '50 non era certo da tutti. Realizzarla al di fuori delle acque territoriali e dichiararla conseguentemente Paese indipendente, con tanto di richiesta di adesione alle Nazioni Unite è poi puro genio. Sydney Sibilia, che già al suo esordio con “Smetto quando voglio” aveva dimostrato di saperci fare sia come sceneggiatore sia come regista, conferma qui appieno di possederle tali doti. Il suo film porta infatti a conoscenza del grande pubblico la sopracitata piccola, grande impresa dell'ingegner Rosa -e per favore confermatemi che non ero l'unico a ignorarne l'esistenza- ma lo fa senza sentirsi in nessun modo obbligato a raccontare come effettivamente andarono le cose nei dettagli. Riassumere l'aspetto ingegneristico della vicenda in una sorta di progettino da esperimento da scuole superiori (i due che rimorchiano dei tubi con una barchetta e soli soletti li piantano sul fondale marino, et le voila!) è ad esempio dimostrazione di intelligenza da parte degli autori, nel senso che le opzioni a disposizione erano due: a) entrare in complicatissimi tecnicismi che sarebbero risultati poco comprensibili ai più e avrebbero necessariamente rallentato la narrazione; b) saltarli a pie' pari. Qualsiasi scelta intermedia sarebbe stata deleteria, da 'fiction tv'. Stessa cosa dicasi per il governo italiano e i coloriti consigli dei ministri: ci sta che le cose non andarono esattamente così ma -cazzo- già che le cronache ufficiali i fatti in questione li hanno tenuti stipati nell'angolino meno accessibile dell'armadio per 50 anni, ora che è un cineasta ad occuparsene ben venga che tali fatti li renda nel modo più 'fotogenico' possibile. Tutto funziona nel film di Sibilia, dal già menzionato, levigatissimo script, alla straordinaria interpretazione del protagonista Elio Germano, della bravissima Matilda De Angelis e dell'immenso Fabrizio Bentivoglio. Dalla stupenda, nostalgica fotografia di Valerio Azzali, alla colonna sonora che fa solo venir voglia di alzarsi dalla poltrona e mettersi a ballare. Chiudo aggiungendo -ipotizzando- che se questo film fosse stato scelto dall'Italia per concorrere agli Oscar al posto di “Notturno” di Gianfranco Rosi (che non andò molto lontano) sarebbe assai probabilmente giunto in finale, non perché sia un capolavoro ma piuttosto un bel film dove gli Italiani sono e fanno quel che gli Americani si aspettano (e amano) che gli Italiani siano e facciano.

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