Espandi menu
cerca
Figli

Regia di Giuseppe Bonito vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Furetto60

Furetto60

Iscritto dal 15 dicembre 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 45
  • Post -
  • Recensioni 2008
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Figli

di Furetto60
6 stelle

Tragicomica storia di una coppia che scoppia, all'arrivo inaspettato del secondo figlio.Bravi gli attori e tutti i caratteristi

Tragicomica storia di una coppia, Sara e Nicola, magistralmente interpretati da Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, i due sono innamorati e genitori di un’adorabile bambina. Il loro ménage è tranquillo e soddisfacente, ma la nascita inaspettata e casuale del secondo figlio, Pietro, sconvolge la famiglia.Il piccolo con la sua esuberanza, distrugge un equilibrio tarato su consuetudini e procedure consolidate, che sembrava solidissimo. Dopo i primi tre mesi di apparente quiete, il piccolo comincia a piangere in continuazione, di giorno e di notte, le ore di sonno si riducono, i nervi cominciano a saltare, la sorellina è gelosa e del tutto impreparata alla novità, i nonni assenti, il lavoro ne risente sensibilmente, la qualità della vita peggiora sempre di più. Il quotidiano dei due “eroi” si riempie di strani personaggi, una tata che fa solo uova alle coche, una pediatra tanto esosa quanto ovvia e inutile, nelle sue indicazioni, spese impreviste che pesano sul bilancio. Le giornate trascorse in stato confusionale, trasognati, in mesti luoghi dedicati alla prima infanzia e un’unica uscita serale, dove predomina la stanchezza e la preoccupazione per il figlio piccolo rimasto a casa. Sara e Nicola gradualmente scivolano in una crisi profonda, fatta di recriminazioni e desideri svaniti, mentre si ripetono a ritmi alterni, che tutto andrà bene. Il film è il ritratto surreale e al contempo più che realistico, di una generazione impreparata, che naviga a vista in un periodo oscuro e incerto. La sceneggiatura brillante da spazio a tutti: bambini, adulti, vecchi, e a un’assortita carrellata di stupende figure comprimarie. Ancora una volta il compianto Mattia Torre ha genialmente pescato nel privato e nell’immaginario collettivo di una piccola borghesia di cui era parte integrante, riuscendo a centrarla e a raccontarla con grande e meticolosa precisione.Nella storia, figli sono anche Sara e Nicola, furiosi con i loro di genitori, che non hanno alcuna voglia di fare i nonni, il padre di Nicola addirittura alla sua veneranda età, ha progettato un altro figlio con la nuova giovane compagna dell’est Europa. Quando la madre di Sara le dice di non potersi occupare del nipotino, lei le rinfaccia quello che la sua generazione, ha fatto a tutti i figli e all’Italia. Figli siamo tutti quanti noi, questo è il messaggio di un film che non solo racconta le peripezie di due genitori alle prese con l’arrivo inatteso del secondo figlio, ma parla in generale di tutti noi, che figli, lo siamo o lo siamo stati. Il film è stato diretto da Giuseppe Bonito, ma scritto da Mattia Torre, scomparso prematuramente poco prima dell’inizio delle riprese per un male incurabile, su cui aveva saputo persino ironizzare. Mattia Torre, parla del privato d’individui o piccoli nuclei familiari, delle loro traversie quotidiane, delle paure esistenziali, riportando  però sempre questo livello, a un più ampio contesto pubblico, trattando il personale come politico, rendendo manifesti i fili che collegano la microstoria, alla macrostoria che la incorpora, esprimendo tutto il suo sgomento disincanto. Colorando uno scenario desolante e polverizzato, in cui gli amici si incontrano solo per cazzeggiare, ma mai disposti ad aiutarsi fattivamente, il personaggio interpretato da Stefano Fresi, amico fraterno di Nicola, mentre dispensa consigli inutili al compagno, subisce rassegnato le angherie dei due figli piccoli, le famiglie di fatto si ritrovano sole nell’affrontare i problemi, il massimo di solidarietà consiste nel raccontarsi le proprie frustrazioni E tutto ciò accade per una forma di  irresponsabile menefreghismo e disorganizzazione, che è specchio di un disinteresse più generale, suggerisce Torre, che ha i connotati di quel paese sempre sull’orlo del collasso che è l’Italia, paese per niente strutturato e attrezzato per accogliere la famiglia.

.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati