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La leggenda di un amore

Regia di Andy Tennant vedi scheda film

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California Mountain Snake

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La leggenda di un amore

di California Mountain Snake
6 stelle

Rivisitazione tutto sommato piacevole di un classico. Non riuscito il tentativo di storicizzazione, infilandoci dentro dai fratelli Grimm (convocati da un'improbabile regina di Francia, e che a loro volta citano la versione "disneyana" di Perrault) a Leonardo da Vinci. Voto 6/10.

Rivisitazione tutto sommato piacevole di un classico.

I riferimenti storici sono tutti di fantasia: Leonardo da Vinci, assunto dal sovrano Francesco I, morì poco dopo la nascita del suo erede Enrico II. Il quale, a sua volta, non sposò una ragazza di campagna, ma la famosa Caterina de' Medici (che gli diede parecchi figli, tra cui Francesco II, Carlo IX, Enrico III e Margot, prima moglie di Enrico IV di Borbone).

Basandosi sulla presenza di Leonardo alla corte di Francia, ci sono vari anacronismi: Utopia di Tommaso Moro non era stato ancora scritto quando Cenerentola lo riceve in regalo dal padre; i viaggi verso il Nuovo Mondo erano appena agli inizi, non vi deportavano ancora i criminali e gli indesiderabili; i divorzi di Enrico VIII d'Inghilterra, cui accenna la regina, sono anch'essi successivi di qualche anno. Del tutto inventato, infine, è che una non meglio specificata regina di Francia abbia convocato i fratelli Grimm (i quali, a loro volta, citano la versione "disneyana" di Perrault) per raccontare loro che Cenerentola era una sua antenata.

Altra pecca è l'aggressione dei gitani, allo stesso tempo un buco logico e una sequenza superflua: presumibilmente intendevano rapire o derubare il principe, ma recedono divertiti dall'atteggiamento spavaldo di Cenerentola.

Simpatica idea la differenziazione delle due sorellastre: una, bella ma perfida, è la cocca di mamma, l'altra è considerata la figlia scema e trattata quasi come Cenerentola (alla fine sarà proprio lei, che in fondo le vuole bene, a rivelare al principe dove l'ha nascosta la matrigna).

Deliziosamente spregevole Anjelica Huston, che, incapace di amministrare la fattoria lasciatale dal marito, vende di nascosto gli oggetti preziosi e poi accusa la servitù di averli persi o rubati, detraendone il costo dal loro salario.

A conti fatti, una pellicola gradevole senza troppe pretese. E poi, è sempre bello gustarsi il castigo finale dei malvagi.

Voto 6/10.

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