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Guns Akimbo

Regia di Jason Lei Howden vedi scheda film

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La recensione su Guns Akimbo

di Malpaso
9 stelle

Guns Akimbo è un action moderno, frenetico ed ironico, con un grande Daniel Radcliffe.

La recensione che segue la trovate anche sul mio blog.

 

Prendete la nostra contemporaneità, Generazione Z, Twitch, videogiochi violenti e chill; comunque money-grabbing (per i non aggiornati, che ruotano attorno ad acquisti in-game). Quindi aggiungete Zack Snyder, Matthew Vaughn (Kick-Ass, Kingsman – Secret Service) e Fight Club per avere un’idea di cosa possa essere Guns Akimbo, secondo lungometraggio di Jason Lei Howden.

 

La trama è semplice: un povero sviluppatore di videogiochi viene costretto a partecipare ad un gioco illegale, una guerra selvaggia tra diversi combattenti selezionati, trasmessa in tutto il mondo nel dark web; una vera e propria mattanza ad uso e consumo dello spettatore. Ed è proprio su questo primo piano di lettura che Guns Akimbo basa tutta la sua audace prorompenza: l’estetica figlia del mondo videoludico, con riprese virtuosistiche oltre ogni limite, spettacolarizza la violenza a tal punto da renderla sopra le righe e divertente, così che lo spettatore cinematografico si confonda con il pubblico di SKIZM, il feroce gioco al massacro. Si badi però a non arrivare alla frettolosa conclusione che il film voglia giudicare una società anestetizzata alla visione della violenza e della morte: seppure il tema venga toccato, Howden non ha voluto infarcire di critica sociale il suo splendido giocattolo.

 

Guns Akimbo è un action moderno, frenetico ed ironico. Un pulp dei nostri tempi, con una regia non solo capace di mantenere serrato un ritmo che non cala mai, ma anche di trasportare l’ultraviolenza su un piano talmente esagerato da imbastire una grandiosa commedia che, dal film d’azione puro, passa alla parodia, dal supereroistico al b-movie metatestuale. La scelta stessa di Daniel Radcliffe come protagonista, qui in una delle migliori performance della carriera, definisce gli intenti di tutta l’operazione: un attore che destruttura la sua immagine divistica, si lascia menomare fisicamente, sporcare di sangue il viso pulito di Harry Potter, e mette a disposizione un physique du rôle non adatto al genere per poi farsi innestare una parte meccanica, come nei grandi slasher anni ottanta. Il risultato è grottescamente perfetto. Miles, il personaggio interpretato da Radcliffe, nel vedersi celebrato sui social diegetici con l’iconico meme (tratto da una foto backstage, tra l’altro) che gira, ormai da mesi, sulle nostre piattaforme, extradiegetiche, genera un cortocircuito squisitamente postmoderno, un’intesa tra regista, protagonista e spettatore che intreccia realtà e finzione.

 

Poco importa se la psicologia dei personaggi è a malapena abbozzata e che alcuni aspetti del contesto narrativo siano quantomeno improbabili: dalla colonna sonora ridondante e simpaticamente synth pop alla sceneggiatura che non ha paura di osare, tutto in Guns Akimbo è votato all’eccesso; eppure, nella sua messinscena convulsa, a tratti delirante, ebbra di uno stile visivo digitalizzato, l’opera di Jason Lei Howden sa essere uno specchio del presente, molto più di quanto riescano altre pellicole, magari più posate e firmate da nomi altisonanti.

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