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De Generazione

Regia di Antonio Antonelli, Asia Argento, Pier Giorgio Bellocchio, Eleonora Fiorini, Alex Infascelli, Antonio Manetti, Marco Manetti, Andrea Maulà, Andrea Prandstraller, Alberto Taraglio vedi scheda film

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La recensione su De Generazione

di mm40
4 stelle

Dieci episodi a tema – vagamente – horror: un uomo con la ‘data di scadenza’, un tassista che trasporta un passeggero invisibile, donne con fidanzati al guinzaglio, un vampiro ubriacone…

1994: gli ultimi rantoli del cinema di genere e al contempo gli ultimi anni della pellicola; una nuova generazione di registi e interpreti si vuole mettere alla prova con il classico film collettivo a episodi: quale tematica migliore se non quella che da sempre affascina la stragrande maggioranza dei cineasti in erba, vale a dire l’horror? Si aggiunga la crescita, nel frattempo, del cosiddetto movimento letterario pulp e tutto improvvisamente avrà un senso: De generazione, con i suoi dieci episodi (un quarto d’ora circa di durata al massimo ciascuno) è un manifesto dello stato del giovane cinema italiano alla metà degli anni Novanta – al netto di pecche inevitabili, intrecci grossolani o ingenuità di sorta. Tra i segmenti che compongono il lavoro colpiscono senz’altro quello di Alex Infascelli (figlio del produttore/regista Roberto, qui al suo debutto nel cinema), con protagonista Alessandro Haber e con una comparsata del rapper Frankie Hi-nrg, i cui primi videoclip erano stati diretti proprio da Infascelli; quello surreale e spiazzante di Andrea Prandstraller, altro esordiente, con Giorgio Tirabassi; quello dei Manetti Bros. (anch’essi alla prima prova registica!) che è probabilmente il più ‘integralista’ come approccio alla materia-horror. Il resto del materiale è decisamente più standard o addirittura privo di interesse, tra la citazione felliniana (la sequenza onirica con gambe in volo dalla prospettiva del protagonista non è molto fantasiosa: è l’inizio di 8 e ½) firmata da Asia Argento (figlia di Dario), il prologo didascalico di (Pier) Giorgio Bellocchio (figlio di Marco), il prevedibile apologo anti-tv di Alberto Taraglio e ancora gli episodi di Alessandro Valori, Andrea Maulà, Eleonora Fiorini e Antonio Antonelli (quello più virato all’umoristico, tant’è che compare in scena anche Corrado Guzzanti). 4/10.

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