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L'età difficile

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su L'età difficile

di steno79
7 stelle

Secondo cortometraggio di Truffaut dopo "Une visite", che però fu praticamente rinnegato dall'autore, quindi si può considerarlo a tutti gli effetti il suo esordio nel cinema. Tratto da un racconto di Maurice Pons, "Les mistons" é un corto dove la personalità registica dell'autore già viene fuori: in particolare il suo sguardo sull'infanzia, che qui ha ben poco di idealizzato perché si tratta di una storia alquanto crudele, un racconto di formazione al fondo doloroso e anche un po' crudo. Un gruppo di cinque ragazzini si sente in qualche modo attratto dall'affascinante Bernadette, più grande di loro e quindi impossibile da corteggiare sul serio, e per vendetta decide di infastidire lei e il vero fidanzato, fino ad un epilogo decisamente poco lieto. Truffaut agli esordi mette l'accento su una certa cattiveria infantile che nasce dalla noia e dall'invidia ma che non può davvero distruggere un amore che la voce fuori campo di uno dei ragazzi divenuto adulto descrive con parole emozionate, mettendo in rilievo la differenza fra un'infatuazione erotica che eccita i sensi dei piccoli che ancora non conoscono il significato della parola Amore e il sentimento genuino della ragazza, destinato a infrangersi contro la crudeltà del destino. A livello di immagine il film è già ben padroneggiato, con un uso della carrellata di grande efficacia e una raffinata fotografia in bianco e nero che valorizza le ambientazioni della cittadina di Nimes, fra cui un anfiteatro romano dove é girata una delle scene di maggiore impatto. Bernadette Lafont offre a Truffaut il suo fascino di diciannovenne che all'epoca delle riprese era davvero sposata con Gerard Blain che interpreta il fidanzato, ma in termini di recitazione il regista non richiede molto da loro, ne sfrutta soprattutto la presenza scenica e il magnetismo fisico. Personalmente ho provato empatia soprattutto verso la coppia di fidanzati e non verso i ragazzini che ho trovato insopportabili dalla prima inquadratura, ma credo che l'obiettivo di Truffaut fosse quello di descrivere senza moralismo una maturazione che per dirsi tale, nelle ultime inquadrature, ha bisogno di passare attraverso comportamenti disdicevoli tipici dell'infanzia, che sicuramente anticipano il malessere di Antoine Doinel. Non proprio sul livello delle opere successive, ma interessante e da recuperare.

Voto 7/10

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