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Una donna promettente

Regia di Emerald Fennell vedi scheda film

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La recensione su Una donna promettente

di GIANNISV66
2 stelle

Sceneggiatura traballante (premio Oscar???? forse al politicamente corretto) personaggi che rasentano il machiettismo tanto sono disegnati con superficialità, e un assunto di base ridicolo. Irritante

Sconvolta nella psiche da un terribile evento del passato (una violenza subita dall’amica del cuore nonché compagna di studi, cosa che porterà al suicidio la vittima) Cassie trascorre le sue serate fingendosi ubriaca al fine di farsi rimorchiare, azione propedeutica ai suoi piani di “vendetta” verso l’intero genere umano di sesso maschile che nella mente assai poco equilibrata della fanciulla (neanche tanto fanciulla) merita ogni disprezzo possibile.

Premessa fondamentale: questa recensione non persegue le linee del politically correct, quindi chi ha applaudito il film vedendolo come l’apologia della rivincita del sesso femminile contro le prevaricazioni di una società patriarcale può tranquillamente astenersi dal proseguire la lettura.

 

Promising Young Woman è uno dei film più manichei in cui ci si possa imbattere, una visione del genere maschile talmente limitata e macchiettistica da rasentare il comico, e forse sta qui la chiave di lettura nel cercare di comprendere un film altrimenti incomprensibile: una “black comedy” in cui determinate situazioni vengono portate all’eccesso per dare spazio all’ironia. Se le cose stessero così bisogna ammettere che ci troviamo di fronte a un fallimento di film, perché qui non si ride o si ride assai poco.

All’opposto la storia narrata è angosciante, una ragazza brillante che butta via la sua vita ed il suo talento nel perseguire una vendetta assurda non contro determinati soggetti ma contro la parte di umanità che ha il difetto di appartenere al genere opposto al suo e in quanto tale colpevole a prescindere.

E così la protagonista si ritrova sempre ed inevitabilmente, sera dopo sera, coinvolta in situazioni al limite dell’assurdo, con “bravi ragazzi” che vogliono approfittarsi del suo stato alcolico per dare sfogo alle proprie pulsioni.

E’ evidente dunque che la lettura sopra accennata della “black comedy” non sta in piedi, esattamente come non sta in piedi la visione proposta da chi il film lo ha ideato e diretto (la regista Emerald Fennell). E che ha come concetto di base la presentazione di una società talmente intrisa di maschilismo che le donne che vi si adeguano sono anche peggio degli uomini che la comandano. Maschi buoni non ne esistono, e quelli che lo sembrano (l’ex compagno di corso universitario che ha la sventura di innamorarsi di Cassie) in realtà sono dei mistificatori che mascherano abilmente la meschinità che li contraddistingue.

Una visione estremista e totalmente inesatta, non ci vuole un sociologo né uno psicologo per far notare che le dinamiche sociali e relazionali fra i sessi sono assai più complesse della semplificazione manichea proposta in questo film. Semplificazione che potrebbe avere un senso in un’opera dal taglio grottesco ma non è decisamente questo il caso.

Il risultato è una storia traballante che fa acqua da tutte le parti (inspiegabile il premio oscar alla sceneggiatura, o meglio spiegabile solo con il “politicamente corretto”), con personaggi talmente mal disegnati da rasentare il ridicolo (i genitori della protagonista ad esempio, per non parlare del “fidanzato” o dell’ex compagna di università, cui viene fatto ricoprire il ruolo del deus ex machina con un escamotage attendibile come la presenza di una civiltà aliena su Marte), e una parte finale che si evita di svelare ma che è il trionfo del demenziale, nella quale l’istinto di autodistruzione della protagonista troverà il suo inevitabile e tragico sbocco.

In tutto questo si salva solo Carey Mulligan, brava nel dare forma al personaggio principale, ma per il resto ci si ritrova nel disastro.

 

Chi molesta una donna o si permette certi comportamenti è un criminale e va punito senza alcuna attenuante, su questo punto non vi deve essere alcun dubbio. Ma dipingere l’intero genere maschile come uno stuolo di potenziali stupratori è una stupidaggine colossale e priva di giustificazione. Oltre che profondamente disonesta, come questo film.

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