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Gli infedeli

Regia di Stefano Mordini vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Gli infedeli

di Andreotti_Ciro
5 stelle

Cinque storie di infedeltà coniugale, o di rapporti di coppia molto particolari, sono trattate partendo dall’omonimo film francese diretto da sette registi e dal quale sono ricalcate due delle brevi narrazioni portate in pista da Stefano Mordini per Netflix. Regista originariamente indipendente e autore per il grande schermo di lavori dal tono cupo ai limiti del noir, capace di aggiungere alla pellicola ancora una volta proprio un tono frutto di derive in giallo e di vita vissuta ai limiti e non certo comuni alla quotidianità di ognuno di noi.

 

Ad alternarsi nei ruoli di amanti, di mariti e, all’occorrenza, d’infedeli, un attore feticcio del cinema del regista toscano: Riccardo Scamarcio, che per la terza volta è impiegato come protagonista dal regista originario di Marradi dopo le evoluzioni in Pericle il Nero (2016) e Il testimone Invisibile (2018), e Valerio Mastandrea già in coppia con lo stesso Scamarcio in occasione della terza pellicola diretta da Valeria Golino – Euforia - e che ha molto sponsorizzato una nuova uscita di coppia con un sodale che in maniera molto inattesa ne ha saputo esaltare le capacità recitative e con il quale si era trovato molto bene in scena. Ai due attori s’aggiungono di volta in volta Valentina Cervi, il caratterista e attore di teatro Massimiliano Gallo e Laura Chiatti, in un rimando continuo al cinema d’autore, perché va sottolineato come tutti siano stati capaci  di contribuire alla perfezione alla riuscita in termini interpretativi della pellicola. A film ultimato però il risultato finale risulta essere una serie di narrazioni che non vogliono assolutamente psicoanalizzare il mondo coniugale e dei rapporti difficoltosi in seno alle coppie di oggi, ma semplicemente raccontare altrettante storie in maniera fine a sé stessa con finali a sorpresa più debitori a ‘The Twilight Zone’ che al film del 2012. Attendiamo quindi Morandini in nuove uscite sul grande schermo o sul mondo dei documentari senza attenderci nuovi remake che potrebbero rovinare quel che di buono già in precedenza ha saputo produrre.

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