Regia di Tsai Ming-liang vedi scheda film
Tsai Ming-liang incastra i suoi personaggi in inquadrature di premurosa e spoglia perfezione, quasi a proteggerli dalla catastrofe incombente. Ma il senso di ossessiva prigionia è dilagante, occorre un punto di fuga. Il Virus di Taiwan, la pioggia incessante e impetuosa, il marciume fatiscente degli edifici, l'appartata solitudine dei due protagonisti: tutta questa disordinata ostilità viene sublimata e ricomposta in sprazzi di rosseggianti ed eccentrici numeri musicali. La felicità è lì, a portata di mano, basta uscire dal quadro. E trovare un altro cinema.
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