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Un'estate con Coo

Regia di Keiichi Hara vedi scheda film

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La recensione su Un'estate con Coo

di AndreaVenuti
8 stelle

Un'estate con Coo è un film d'animazione giapponese del 2007; scritto e direttto da Keiichi Hara, il quale rielabora alcuni romanzi (Kappa Osawagi e Kappa Bikkuri-tabi) di Masao Kogure, pubblicati nel 1978.

 

Sinossi: Una strana creatura nota come Kappa (spirito/mostro dell'immaginario fantastico/folklore giapponese) dopo essere rimasta fossilizzata per svariati secoli, viene casualmente "risvegliata" da un ragazzino di nome Koichi Uehara, il quale adotta la creatura portandola a casa propria. Il Kappa pian pianino si adegua e si affeziona alla nuova famiglia umana, tuttavia il resto del mondo non è per nulla benevolo nei confronti del giovane Kappa...

locandina

Un'estate con Coo (2007): locandina

Un'estate con Coo nonostante dalle nostre parti sia un film misconosciuto, è un'opera di indubbio valore molto nota in patria.

Il film è stato elogiato da moltissimi autori del settore come Mamoru Hosoda, Kenji Kamiyama, Shinji Aramaki e soprattutto il grande maestro Isao Takahata che ha speso parole al miele definendo l'opera di Hara «un film spontaneo e caloroso, una gioia immensa [...], un'opera d'arte». Un'estate con Coo ha inoltre ottenuto svariati riconoscimenti prestigiosi come il Mainichi Film Award oppure il premio come miglior film al Tokyo Anime Award; ma ciò che più sorprende è il nome del regista: Keiichi Hara, fino a quel momento mestierante dedito all'animazione commerciale per famiglie ma in realtà autore a tutto tondo che aspettava solo l'occasione giusta per mostrare il suo talento.

 

Hara fin da ragazzo rimase colpito dai romanzi di Masao Kogure ed una volta all'interno dello star system, coltivò l'idea di realizzare un adattamento animato; per più di due decenni nel poco tempo lasciatogli libero dal lavoro di regista in serie come Doraemon oppure Perman e nei film di Crayon Shin-chan, realizzò un lunghissimo storyboard.

Il progetto iniziò a prendere forma quando Hara lo sottopose alla Shin'Ei, che a sua volta lo girò alla Shochiku i cui vertici videro subito un facile successo ai box office per famiglie, tuttavia Hara stanco di sottostare a ferre imposizioni produttive riuscì ad ottenere ampia libertà creativa ed il risultato finale diede ragione al regista che pur non incassando cifre astronomiche, guadagnò il vanto della critica.

scena

Un'estate con Coo (2007): scena

Il film parte subito in maniera estremamente accattivante e si presenta, almeno inizialmente, come un Jidaigeki ambientato nell'epoca Edo; il regista opta per un approccio critico e brutale, dimostrando subito di non volere assolutamente fare un film per "famiglie" bensì un cinema a tutto tondo. Hara in primis destruttura la figura del samurai, mercenario corrotto dedito solo ai propri interessi oltre ad essere violento e per nulla coraggioso inoltre è già possibile captare uno certo stile ambietalista (perno del film) dove la natura incontaminata incomicia a soccombere di fronte all'egoismo ed egocentrismo dell'uomo.

 

Subito dopo l'incipit "storico", Hara cambia registro passando per lo slice of life con la quotidianità della famiglia Uehara che la fa da padrone, il tutto scandito da un tono bonario e simpatico ma l'illusoria felicità è destinata a soccombere di fronte alla natura violenta dell'uomo.

scena

Un'estate con Coo (2007): scena

Il regista nel corso del film oltre alll'elemento ambientalista in cui si critica la massiccia e scellerata urbanizzazione, riesce ad inserire altre tematiche molto importanti; alcune trattate un po' troppo frettolosamente evitando però la facile retorica, ad esempio il bullismo, altre messe in scena in maniera assolutamente efficace come il ruolo opprimente dei mass media. 

I giornalisti una volta scoperta dell'esistenza di Coo si asseragliano a pochi metri della casa degli Uheara con centinaia di telecamere puntate sull'abitazione; per non parlare di quando la famiglia esce di casa, letteralmente accerchiata dai giornalisti. I media secondo Hara sono una sorta di personificazione dell'insesibilità umana.

Concludo il discorso tematiche con un brevissimo ma lungimirante guizzo del regista, il quale accenna già all'epoca (siamo nel 2007) alla pericolosità di internet in riferimento alla velocità e diffusione delle notizie: i compagni di classe di Koichi evidenziano come su internet si parli solo dell'esistenza di Coo.

 

Interessante il lavoro tecnico-stilistico di Hara e degli animatori (Yuichiro Sueyoshi), dove ad una regia lineare e classica (si poteva fare qualcosina di più) si sovrappongono animazioni splendide in riferimento alla scenografia; la zona periferica dove vive Koichi è incredibilemnte reale oltre ad essere ricca di dettagli, fantatsica (si può tranquillamente parlare di fotorealismo) anche la natura rappresentata ad esempio da una serie di specchi d'acqua prodigiosi.

Discorso leggermente differente per il design dei personaggi che presentano dei tratti tondeggianti un po' troppo semplici e minimalisti (alcuni personaggi secondari si assomigliano molto).

scena

Un'estate con Coo (2007): scena

Keiichi Hara nonostante un soggetto molto localizzato (la presenza degli Yokai) riesce a tirare fuori un film denso di tematiche (forse un po' troppo lungo) apprezzato anche al di fuori del giappone.

Da recuperare

 

 

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