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Tavole separate

Regia di Delbert Mann vedi scheda film

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La recensione su Tavole separate

di luisasalvi
6 stelle

Risparmio una mia opinione, avendo trovato ottima quella di spopola, da cui dissento leggermente solo per il giudizio, a parer mio un po’ benevolo, forse per un certo effetto nostalgia, che spopola sembra confessare dall’inizio, abbandonandosi a ricordi di altri film del regista, non eccelso, ma… Condivido tutto, anche il giudizio sul regista e il piacere dei ricordi…

È proprio questo che mi spinge a scriverne: l’avevo visto all’uscita, in vacanza, assieme a un gruppo di coetanei, tutti studenti universitari. C’è chi oggi considera il film “datato”; a noi sembrava già vecchio allora, anzi, più allora che adesso, poiché ora vi ritrovo tutta la mentalità inglese che ho verificato immutata in Gran Bretagna parecchi anni dopo, mentre allora ci sembrava solo ridicola preistoria e ci divertiva; e poiché la vicenda centrale era quella della povera zitellina innamorata ma dominata da una madre rigidissima (ecco, in questo dissento un poco da spopola che sembra vedere come centrale il tema della solitudine, che a me pare importante, ma secondario e funzionale a quello dell’emancipazione dalla madre e acquisto di indipendenza e sicurezza, cioè di autonomia, che vale anche per gli altri personaggi; tranne per la locandiera, che è sola ma autonoma, unico personaggio positivo), per cui tutto il pubblico è chiaramente invitato a soffrire con lei ed a cercare con tutte le forze di liberarsi e liberarla dal dominio materno; così evidente, la centralità di questo tema della necessità per la povera figlia di ribellarsi al dominio materno, già segnalata come indispensabile dallo scrittore Malcolm, che il momento della sua ribellione costituisce l’acme del film, il culmine del climax e la conclusione del film e di tutte le vicende, sinteticamente suggerite: dopo la ribellione di Sybil il maggiore Pollock decide di restare e Malcolm e moglie di provare ancora a convivere.

Ebbene, quando giunse l’auspicata intensamente attesa ribellione io, che appunto avevo trovato vecchio e risibile il tutto, ne ho riso battendo le mani ed esclamando “brava!”, e… tutto il pubblico presente in sala esplose in un applauso liberatorio che ormai da decenni racconto con immutato divertimento. Solo per questo ho voluto ora rivedere il film, pensando di riderne ancora come allora… invece l’ho trovato, tutto sommato, meno vecchio ora, dopo lunghi viaggi in Gran Bretagna, che allora. Ci sono voluti ancora dieci anni perché la violenza esplodesse (al cinema) con If…; ma le cose non sono ancora cambiate molto nella britannica middle class, che avrebbe ancora lo stesso bisogno di ribellarsi alla tradizione di cui è schiava e liberarsi dalla ossessione della privacy e dall’autorità degli owners. Sì, il film è sempre ingenuo, ma sempre attuale.

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