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Fireflies

Regia di Bani Khoshnoudi vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Fireflies

di alan smithee
7 stelle

ZE FESTIVAL 2019 - NICE

Ramin è un giovane omosessuale ed esule iraniano, sfuggito alle crudeli persecuzioni a cui la dittatura sottopone i "diversi" come lui. In fuga da mesi, passando tramite la Turchia e la Grecia, l'uomo si ritrova ad arrivare fino a Veracruz, citta portuale messicana ove per un po' decide di stabilirsi, vivendo di lavoretti saltuari, cercando soluzioni migliori ma riducendosi a risparmiare per cercare di raggranellare la somma sufficiente per poter far ritorno in Turchia o Grecia. Ramin sentimentalmente ha dovuto lasciare ogni affetto e, per vincere la malinconia che lo perseguita, non disdegna di frequentare locali, disco bar o luoghi all'aperto utilizzati per incontri clandestini. Un giorno lo troviamo a tentare di barattare un viaggio di ritorno da clandestino attraverso un cargo, ma la somma a sua disposizione si rivela altamente insufficiente per affrontare il lungo viaggio transoceanico.

Ripreso possesso della sua semplice ma confortevole camera d'albergo, rassegnato dalla circostanza di dover trascorrere ancora molto tempo in quel posto di cui nemmeno conosce la lingua, il ragazzo trova il coraggio di familiarizzare con la loquace tenutaria dell'albergo, una coetanea che finisce per diventare la sua più cara amica e complice. Intanto sul lavoro conosce un aitante muratore con cui si confida, ma che presto si rivela, pure lui, un violento doppiogiochista: pur attratto da Ramin, l'uomo finge di inalberarsi quando il gioco tra i due diventa concreto, salvo poi approfittare della situazione, ma senza mai evitare di umiliarlo e trattarlo come un essere inferiore. Deluso e demoralizzato, Ramin troverà conforto e famiglia proprio nella sua amica locandiera, trovando in sé la forza di guardare alle incognite del futuro con un più maturo e positivo approccio.

Dalla regista iraniana quarantaduenne Bani Khoshnoudi, Luciernagas si presenta come un fine e nostalgico ritratto intimo tutto poggiato sulle sfaccettature del suo espressivo attore protagonista, il bravo ed espressivo attore Arash Marandi, che ci rappresenta con grande efficacia, grazie al suo eloquente apporto emotivo, un Ramin intimamente disperato che trova rifugio dapprima nelle avventure clandestine e promiscue, e poi successivamente, in modo molto più efficace, nell'amicizia disinteressata e complice della sua amica titolare della piccola presso cui il destino lo ha condotto.

Ne scaturisce un film dalla forte presa emotiva, in grado di dar vita ad un ritratto intimo di una figura di esule esemplare e commovente: un individuo alla affannosa ricerca di una meritata integrazione, in grado di assurgere a ritratto intimo di una figura tragica di cui ormai è affollato questo nostro mondo devastato da intolleranze, incomprensioni e atteggiamenti di fanatismo religioso e non.

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