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Polar

Regia di Jonas Åkerlund vedi scheda film

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La recensione su Polar

di Furetto60
6 stelle

Curiosa trasposizione di un fumetto "polar". Truculento e ironico

Lo spietato Kaiser Nero, ovverossia Duncan Vizla, che ha i tratti somatici marmorei dell’attore Mads Mikkelsen, in Polar è un sicario silenzioso, ma implacabile e competente in materia di coltelli, pistole e omicidi su commissione; lui è il Killer, per antonomasia, esecutore preciso della morte a pagamento. Ma si sa, il tempo passa inesorabile per tutti. E poiché non è possibile fare questo “mestiere” quando i riflessi si rallentano e tutti i sensi si appannano, giunto alla soglia della mezza età, dopo un’irreprensibile carriera, assecondando la volontà del boss, il vecchio Vizla decide di tirare i remi in barca e di godersi la pensione, lasciandosi alle spalle un passato sanguinoso, tormentato da ricorrenti incubi, che gli ricordano i trascorsi violenti. Nonostante il suo desiderio di una vita tranquilla, si compra perfino un cane, che però resta ucciso, durante un paradossale incidente domestico notturno, la politica aziendale della sua “Ditta” procacciatrice di morte, prevede una soluzione di “quiescenza” drastica, una buona uscita “definitiva”, che consenta di tagliare i costi sul personale. E così, invece di poter trascorrere una vecchiaia tranquilla, deve destreggiarsi per rimanere vivo, braccato dagli sgherri del suo ex datore di lavoro, Blut, un pittoresco team di grotteschi e spietati assassini, che lasciano una scia di sangue sul loro percorso, torturano e uccidono chiunque incontrino. Quando una giovane donna di nome Camille , sua vicina di casa, che  in qualche modo lo intenerisce, della serie anche i killer hanno un anima, è rapita e poi torturata e drogata da questa banda di criminali, il Kaiser Nero  decide di agire e cosi dà fondo a tutte le sue forze, che vi assicuro non sono poche, per cercare di salvare la sua vita e quella della ragazza, non prima però di subire una dolorosa prigionia, in cui gli vengono inflitte atroci torture , gli viene perfino enucleato un occhio dall’orbita. L’estetica del film ha una matrice pulp kitsch, che guarda molto a Tarantino e a Rodriguez. Mentre per l’impianto scenografico, viene allestito un caleidoscopico baraccone iper-cromatico alla Tim Burton, che splafona continuamente nel trash più spinto, con situazioni di cruenta e truculenta violenza e personaggi che sembrano usciti da uno spettacolo di Grandguignol, a comporre un inquietante quadro surrealista, mentre le grafiche richiamano il genere “grindhouse” il montaggio è frenetico. Proprio l'attenzione al contrasto tra i colori, sempre inclini a toni accesi, rimanda all’influenza fumettistica. La storiella che a tratti sembra una involontaria parodia, pesantemente infarcita di cliché pescati a piene mani dal filone del “hard boiled,” che a lungo andare rischia addirittura  di irritare, trova il suo perché , nella incisiva presenza di  Mads Mikkelsen alias  Duncan Vizla, un vero duro, dal fisico scultoreo, ombroso. Perfetta macchina da guerra, capace di uccidere nemici  armati fino ai denti, anche trovandosi i condizioni estreme, nudo come un verme nel mezzo di una bufera di neve a – 20, pieno di ferite e malconcio e con un occhio sguercio, l’immortale Danese si prende la sua vendetta, facendosi largo abbattendo uno ad uno, l’ esercito di questa organizzazione criminale, per giungere fino al capo Blut. uno squallidissimo e viscido ometto, ed eliminarlo una volta per tutte. A firmare quest'adattamento estrapolato dal racconto del fumetto, è il regista svedese Jonas Akerlund, ex-batterista dei Bathory, con una sceneggiatura che a tratti sfiora il ridicolo, divisa tra black humor  e splatter estremo

Anche nei suoi smodati eccessi, con un colpo di scena nella parte finale già facilmente intuibile dopo la prima mezz'ora, è apprezzabile però la chimica, che si crea tra i due personaggi chiave. La colonna sonora incalzante ha il  giusto ritmo, per accompagnare il percorso di vendetta del nostro, le scene madri si sprecano.
Divertente il passaggio in cui Duncan insegnante dell’ultima ora, viene assalito dalle domande di un gruppo di bambini e ripercorre con la memoria la sua delittuosa carriera, riuscendo però  a non  svelare la sua identità criminale. 

 

 

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