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L'angelo del male

Regia di David Yarovesky vedi scheda film

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La recensione su L'angelo del male

di giurista81
6 stelle

Curioso assemblaggio di due film girati l'uno di seguito all'altro da Richard Donner a metà degli anni settanta. Finanziato dal regista James Gunn (The Suicide Squad, I Guardiani della Galassia) e diretto dall'emergente David Yarovesky su sceneggiatura del cugino e del fratello dello stesso James Gunn, Brightburn è l'anello di congiunzione tra Omen - Il Presagio e Superman.

Lo script infatti riprende la parte iniziale di Superman, quando ancora Clark Kent è un ragazzino, e la fonde con l'epilogo de Il Presagio e il suo seguito La Maledizione di Damien. In altri termini, si riprende la genesi in formato super-eroe maligno di un ragazzino piovuto dal cielo destinato a divenire adulto. Da Superman arriva tutta la prima parte di film: la caduta di una pseudo astronave contenente un piccolo in fasce, l'ambientazione contadina, l'adozione del piccolo da parte di una coppia che non può avere figli e che pensa di esser stata benedetta dal cielo e i super poteri, tra cui raggi di fuoco vomitati dagli occhi e la capacità di volare, che fanno comprendere al piccolo di non essere una persona come le altre. Dalla saga Omen arrivano le capacità mentali geniali del protagonista, il mistero su chi sia la sua vera madre, l'atteggiamento orientato alla bugia, i tratti psicopatici che lo rendono inaffettivo, la ricerca di chi esso sia con il consequenziale senso di onnipotenza una volta appreso di essere speciale nonché il tentativo del padre di ucciderlo. Non manca poi l'indole omicida che porta Brandon a eliminare tutti coloro che, a vario titolo, cercano di arrestarlo, operando la scelta estrema solo dopo aver cercato di persuaderli (proprio come faceva Damien).

Sorretto da una confezione tecnica notevole sia per ritmo che per fotografia (eccezionale), il film scorre via veloce lasciando avvolti dal mistero molti degli spunti che iniziano a trapelare da questo primo capitolo. L'epilogo, tutt'altro che conclusivo,  ricorda quello de Il Presagio. I Gunn lasciano aperta la porta a un sequel, concependo il progetto come un primo tassello di una serie non ancora definitvamente incanalata. Brightburn oscilla ancora tra il fantastico/fantasy e l'horror con  possibili scenari diversificati che potrebbero condurre il progetto sia su un piano fantascientifico legato al tentativo di un'invasione aliena (sull'esempio di Hole - L'Abisso) sia su quello esosterico/orrorifico sulla falsa riga dell'avvento dell'anticristo.

Non è dato sapere chi sia Brandon, neppure lui ancora lo sa, e per quale motivo sia piovuto sulla terra. Gli sceneggiatori accennano aspetti che sono destinati, eventualmente, a essere approfonditi dai successivi capitoli. Vediamo Brandon ossessionato da un simbolo che prima disegna su un quaderno, dando dimostrazione di avere capacità precognitive (prevede l'uccisione del padre e anche il suo dominio sulla terra), e poi traccia, a mo' di firma, sulla scena di ogni disastro o omicidio di cui lo stesso si rende protagonista. Il bimbo è inoltre in contatto con esseri o forze ultraterrene che lo programmano verso la missione di "conquistare il mondo", lanciandogli ordini e messaggi mentali.

Le interpretazioni sono buone, così come gli effetti speciali. Sebbene sia un anti-fantasy legato alla figura dei super-eroi, Brightburn ha un'anima horror, peraltro rappresentata da effetti splatter che sono valsi il divieto ai minori di anni 14.

Chiaramente derivativo e tutt'altro che orginale, è comunque un buon film che sa intrattenere e convincere. Si attendono i sequel.

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