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Come To Daddy

Regia di Ant Timpson vedi scheda film

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La recensione su Come To Daddy

di mck
7 stelle

Vieni da papino.

 

 

Elija Wood (che qui rassomiglia preoccupantemente a Rovazzi, e per questo si vorrebbe che il suo personaggio schiattasse sin da subito già attraversando la strada all’inizio sui titoli di testa, per poi scoprire, siccome sopravvive a ciò, che in valigia tiene “la Profezia di Celestino”, ed ecco che allora lo si vorrebbe uccidere con le proprie mani, fatto salvo il fatto che, ben prima del giro di boa, il libro viene gettato alle ortiche, e allora si potrebbe anche arrivare a pensare che una speranza, a quel punto, ancora possa esserci, in fondo), divenuto - dopo “the Ice Storm”, “Black and White”, “the Lord of the Rings”, “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, “Everything Is Illuminated” e “the Oxford Murders” - recente gran produttore di horror (“A Girl Walks Home Alone at Night”, “the Boy”, “the Greasy Strangler”, “Mandy”, “Daniel Isn't Real”, “Colour Out of Space”), professione secondaria che alterna a quella principale di attore (attività che s’incontrano in “Cooties”), che, nello stesso periodo, lo ha visto partecipe di “Maniac”, “Dirk Gently's Holistic Detective Agency”, “I Don't Feel at Home in This World Anymore” e proprio di questo “Come To Daddy”, l’opera d’esordio dell’amico Ant Timpson (produttore delle antologie di corti “the ABCs of Death 1, 2 e 2½” e “the Field Guide to Evil” e dei lungometraggi “HouseBound”, “Turbo Kid”, “DeathGasm” e del già citato “the Greasy Strangler”, e, come regista, autore ch’è - s’è possibile - una crasi fra S. Craig Zahler, Jeremy Saulnier e Kevin Smith), finanziata invece con soldi provenienti da Canada, Nuova Zelanda ed Irlanda, arriva invitato attraverso missiva cartacea a casa (un cottage/trabocco sugli scogli in riva a un grande lago e di fronte ad una böckliniana toteninsel da qualche parte in Oregon, interpretato dalla British Columbia, di là dagli alti alberi, oltre la vasta spiaggia) di papino, un uomo che aveva abbandonato moglie e figlio trent’anni prima, quando il bambino aveva 5 anni. Bussa alla porta, attende, ed ecco che gli apre - che gran culo! - Stephen McHattie (“A History of Violence”, “the Fountain”, “Haunter”, “Mother!”, “It Must Be Heaven”, e, soprattutto, “PontyPool”).

 


-  I N I Z I O  S P O I L E R  -  
Ora, attenzione, prima che si sveglino i soliti gran sveglioni che già avevano impestato le loro elucubrazioni in tal senso su “the Visit”: no, la madre del protagonista non tenne alcuna fotografia del marito stronzo che abbandonò la famiglia (forse, chissà, magari proprio perché trattavasi di marito stronzo che abbandonò la famiglia, eh), e ancora, no, il web dell’internet non pullula di fotografie di un criminale fuggiasco (per aver rapito la figlia de “l’uomo più ricco della Thailandia” ed averne chiesto il riscatto: ottima scusa per inserire in colonna sonora brani di quelle longitudini), e infine, no, i ricordi di un bambino di cinque anni, a meno che non sia dotato di memoria eidetica a lunghissimo termine, non bastano per ricostruire i lineamenti del viso tenendo conto del loro progressivo mutamento legato all’invecchiamento e sfornare un identikit da disegnatore forense a distanza di 30 anni, ed ecco che perciò no, il protagonista non sa che cazzo di faccia abbia il padre adesso.   
-  F I N E  S P O I L E R  -

 


Oltre ad Elija Wood e Stephen McHattie, pariment’importante è l’entrata in scena di Martin Donovan e la prova di Michael Smiley. A seguire le ottime, piccole parti riservate a Madeleine Sami, Ona Grauer, Garfield Wilson, Simon Chin e Ryan Beil (novello Norman Bates in nuce con echi da Saturday Night Live).
Soggetto: Ant Timpson. Sceneggiatura: Toby Harvard.
Fotografia: Daniel Katz. Montaggio: Dan Kircher. Musiche: Karl Steven.
Musiche non originali: Richard James in arte Aphex Twin con (no, non “Come To Daddy”, ma) la dolcissima “Avril 14th” e, come anticipato, un’intera teoria di canzoni dal catalogo thailandese, fra le quali spicca, sui titoli di coda, la magnifica “Show Wong Molam International” della Paradise Bangkok Molam International Band.

In esergo, una citazione da un'autrice di canzonette, Beyoncé, e da un autore di sonetti, tal Guglielmo Scuotilancia.

 

 

Nota. Se non sapete chi sia Michael Heseltine (colui che, a 68 anni e un po' acciaccato da problemi fisici e dagli scontri politici con la collega di partito e governo Margaret Thatcher, non ricandidandosi per l'ottava volta al collegio di Henley, lasciò campo libero a... Boris Johnson) perderete senz'altro buona parte del "divertimento" del sottofinale.


* * * ¼ (½)   

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