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Lucy in the Sky

Regia di Noah Hawley vedi scheda film

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La recensione su Lucy in the Sky

di Furetto60
7 stelle

Tra fantascienza e dramma psicologico. Buon esordio alla regia di Hawley. Ottima la prova attoriale di Natalie Portman

Il visionario ed estroso autore Noah Hawley, esordisce alla regia con  questo lavoro cinematografico che rilegge,a modo suo,  la storia vera di Lisa Nowak, la prima astronauta della Storia ad essere arrestata, riprendendo gli  sconvolgenti fatti di cronaca nera, che l’hanno vista protagonista nel 2007, ad Orlando, in Florida.
L’astronauta Lucy, alias  Natalie Portman,stacanovista indefessa, animata da forte determinazione e passione per il suo lavoro, prima della classe sempre e ovunque, è reduce dalla prima missione, una passeggiata spaziale, esperienza emotivamente intensissima, che l’ha inebriata al punto che i suoi compagni di viaggio hanno faticato a farla rientrare nella navicella. Dopo aver ammirato estasiata, l’immensità del creato, non riesce a catapultarsi nel quotidiano e a tornare alla normale routine, si chiede se ha senso la vita di tutti i giorni, nutrendo la convinzione di aver raggiunto la vetta professionale e quindi di non poter coltivare altre ambizioni. Come già suggerisce il brano dei Beatles, Lucy ha “il sole negli occhi”, “la testa tra le nuvole”, cosa che però fa a pugni con la sua natura razionale, quella che l’ha fatta emergere e ad affermarsi in un mondo a dir poco competitivo. Tuttavia il suo più forte bisogno è di tornare lassù fra le stelle; ciò la rende psicologicamente vulnerabile, al punto da farla scivolare tra le braccia di un collega ciarliero, simpatico cialtrone. Il legame con costui, le consente il suo “ingresso nel club”, ossia in quella ristretta élite di persone, che ha avuto il privilegio di andare nello spazio, a differenza del suo “comune” marito, lui può comprendere le sensazioni che prova, ciò in rapida successione, fa vacillare prima e collassare poi, tutte le certezze della sua vita; quando scopre che il suo focoso amante, ha una storia anche con la cadetta Erin Eccles, Lucy perde completamente la testa, inanellando una serie di reati sulla persona. La Portman è impeccabile, col suo volto innocente e limpido e un look acqua e sapone, all’apparenza freddo.
Quello che l’attrice riesce a connotare è un personaggio conflittuale, dilaniato tra ragione e sentimento, seguito con suggestiva coesione dal regista che coglie ogni suo turbamento fisico, emotivo e soprattutto mentale. Hawley, adatta il proprio sguardo, aggiornando il formato dello schermo, modificando, con audaci sbalzi, i movimenti della macchina da presa,
con frequenti cambi di dimensione, inquadrature sghembe, impennate oniriche, tutto allo scopo di alimentare lo straniamento necessario, per descrivere il progressivo deragliamento mentale della sua protagonista; fino al finale paranoico, in cui Lucy ha smarrito le sue coordinate e la sua lucidità, trasformandosi  in una donna pericolosa e violenta.

Più che film di fantascienza è un dramma psicologico, il racconto di un processo di deterioramento mentale, che conduce sull’orlo della follia.  Natalie Portman ottima nel costruire una Lucy sfrontata e pragmatica nelle apparenze, pronta a prendere tutto e tutti di petto, per nascondere le sue debolezze e la sua confusione interiore. "Lucy in the sky" è un film strutturalmente originale e anche spiazzante; la deriva mentale di una persona, che tenta invano di destreggiarsi tra la grettezza delle pulsioni fisiche e un altrove più alto. Lucy Cola, fossilizzata in un miserabile triangolo vagheggia lo spazio infinito, ma poi spruzza lo spray al peperoncino, negli occhi del suo sfuggente amante

 

 

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