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Natale a 5 stelle

Regia di Marco Risi vedi scheda film

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La recensione su Natale a 5 stelle

di marcopolo30
1 stelle

Il Natale sarà pure a cinque stelle, il film certamente no e diventa un imbarazzante passo falso che va a macchiare il curriculum di Marco Risi, autore in passato di opere di innegabile valore. VOTO: 1

Non sono un fan del cinema dei Vanzina. Trovo i loro film ripetitivi, privi d'inventiva e sempre aggrappati al gossip, alle notizie d'ultima ora pur di potersi mantenere a galla sgraffignando a tale mondo dei rotocalchi esilissimi soggetti. Pochissime ed ormai remote eccezioni a parte (“Sapore di mare”, “Eccezziunale veramente”...), la filmografia a cui hanno dato vita in quarant'anni di carriera è tanto folta a livello quantitativo quanto misera sul piano della qualità. E se Carlo, il più giovane dei due, non fosse venuto a mancare nel 2018, sono certo che questo “Natale a 5 stelle” sarebbe stato diretto da lui con risultati né migliori né peggiori di quelli ottenuti nei 60 e passa lungometraggi precedenti. Ma il fato ci ha messo lo zampino ed ecco che la puntuale sceneggiatura di Enrico Vanzina aveva bisogno di un nuovo regista. Perché la scelta sia ricaduta su Marco Risi e non su uno dei tanto registucoli paratelevisivi che infestano il cinema italiano contemporaneo resta un mistero insondabile. Amicizia con i Vanzina e/o con i produttori? Debiti di gioco? Un contratto firmato a tarda sera all'uscita dall'enoteca? Masochismo? Non credo lo sapremo mai. Quello che si sappiamo è che il risultato di tale improvvida unione non ha giovato né al regista, che vede così il suo onorevolissimo CV insozzato, né al film stesso, che messo nelle mani di un autore più 'serio' finisce col perdere quelle occasionali cadute nel volgare e nel politicamente scorretto che a conti fatti erano gli unici momenti in cui i film dei Vanzina strappavano un sorriso (sebbene a denti stretti). Risi qui ha invece piallato tali ruvidità, dando così vita a un prodotto imbarazzante sotto tutti i punti di vista e il cui emblema resta forse la canonica dicitura “nomi e situazioni di finzione, ogni riferimento e bla bla bla” immediatamente seguita da un Di Maio che viene chiamato... Di Maio e un Salvini che diventa nel film... Salvini, appunto. Come dire: “Fantasia portami via!” AKA “Se davvero uso nomi fittizi come appena sostenuto poi le mie gags non fanno ridere”. Il problema è che non fanno ridere nemmeno così.

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