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May the Devil Take You

Regia di Timo Tjahjanto vedi scheda film

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La recensione su May the Devil Take You

di Furetto60
3 stelle

Horror indonesiano di serie c

 Lesmana, imprenditore immobiliare,pieno di debiti e  in pieno marasma economico, stringe un nefasto patto con una strega, per diventare ricco e risollevare le sorti della sua azienda. Il rito plateale e pittoresco, viene celebrato nello scantinato della casa, cosi per effetto di questa satanica alleanza, il suo impero economico a brandelli, risorge nuovamente e vediamo attraverso articoli di giornale che la regia fugacenente ci fa leggere che i suoi affari vanno a gonfie vele, ma siccome il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi, l’orrore che è in agguato, fa capolino. Dopo qualche tempo Lesmana, che nel frattempo si è di nuovo ridotto sul lastrico, viene colpito da una misteriosa malattia che addirittura lo manda in coma e che costringe la sua famiglia a raggiungerlo in ospedale. Lesmana ha molti figli, avuti in matrimoni differenti: Ruben, Maya, Nara ed Alfie, quest’ultima orfana di madre, morta forse suicida, o forse vittima del diabolico patto del padre, dal quale è stata abbandonata da piccola e si arrangia alla men peggio, con piccoli borseggi. Mentre Lesmana agonizza in ospedale vomitando sangue, tutti i componenti della famiglia, si ritrovano nella villa fatiscente del padre, non certo per nostalgia, ma per cercare di capitalizzare l’ultimo bene ormai rimasto, dopo che tutto il suo patrimonio è andato in fumo. In quel luogo maledetto apprendono ben presto a loro spese, che lo sciagurato Lesmana aveva suggellato un patto scellerato con il diavolo, vendendo la sua anima e le anime della sua stessa famiglia, in cambio di una effimera fortuna. Così Ruben, Maya, Nara e Alfie devono affrontare le bizze della strega, estensione infernale dell’entità malvagia, che rivendica con vistose azioni il suo credito. Non si fanno mai buoni affari con il diavolo. Timo Tjahjanto dirige un film appariscente e kitsch, molto plastico ma di poca sostanza, utilizzando effetti speciali di dubbio gusto e tutto l’armamentario e l’attrezzatura più canonica, quella degli horror da baraccone,  bambole voodoo, sangue che scorre a fiumi, riti satanici, in proporzioni esagerate, usando scenografie barocche e straripanti. Mentre il diavolo perseguita, in tutti i modi, le vittime designate, reclamando ciò che gli è dovuto, assistiamo a una girandola di scene da grand guignol. Le maschere grottesche e le scene di morte all’interno della trama sono talmente inverosimili, da risultare irritanti, Gli attori sono talmente sopra le righe da apparire come patetiche caricature, spesso riescono solo ad urlare o a fissare l’orrore con gli occhi sbarrati. La pellicola è appesantita e involgarita da   effettacci pacchiani, numerosi jumpscare ed urla senza fine. Sembra di entrare nel padiglione horror di un luna-park di provincia. May the Devil Take You rileva una totale assenza di qualsiasi sottotesto drammatico, ma anche solo di una semplice storia degna di questo nome.

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