La recensione su The Aeronauts

di alan smithee

4 stelle

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - SELEZIONE UFFICIALE

Lo spettacolo al servizio della scienza: Nel 1962 la tenace pilota di mongolfiere Amelia Wren, dopo un periodo difficile causato dalla morte dell'amato consorte proprio in una operazione di volo che caratterizzava gli spettacoli organizzati dalla coppia come professione, si fa convincere dall'audace ed inarrendevole meteorologo James Glaisher a compiere un volo assieme allo scopo di battere il record di permanenza in volo e di quota di altitudine raggiunta, permettendo nel contempo allo studioso di compiere una serie di verifiche ed esperimenti atti a confutare la sua teoria circa la possibilità di prevedere l'evoluzione della meteorologia attraverso studi e previsioni.

L'impresa comporterà una sfida contro elementi naturali e condizioni proibitive che comprometteranno in più occasioni in modo apparentemente irreparabile le sorti del pericoloso esperimento, ma che consentirà alla strana coppia, di riscrivere la storia del volo, battendo di gran lunga ogni record fino a quel momento raggiunto dai pochi audaci loro precursori.

Il film, diretto con una certa professionalità tecnica dal collaudato regista Tom Harper, funziona quando la messa in scena si concentra sulle acrobatiche e vertiginose imprese dei due coraggiosi esploratori del cielo. Miolto meno, anzi per nulla, quando il film frammezza questi bei momenti di tensione con i retroscena che ci spiegano, con la pedanteria più prolissa, le vicissitudini che hanno indotto i due ad imbarcarsi ijn una avventura così estrema.

Ecco allora che frasi come "Oggi noi due insieme abbiamo fatto avvicinare le stelle", o peggio "Non si cambia il mondo semplicemente guardandolo: si cambia scegliendo come viverlo", risultano inutilmente pompose e magniloquenti, così come i siparietti in gran costume ove i personaggi coinvolti assumono sfaccettature tutte monocromatiche e superficiali, in cui il bene sta da una sola parte, ed il male e l'invidia tutto dall'altro.

Puerilità imperdonabili di cui si rendono colpevoli non tanto a livello di direzione, bensì piuttosto di scrittura, la squadra di sceneggiatori coinvolti, impegnati a banalizzare una storia altrimenti in sé avvincente, allungata fino a divenire insapore da inutili tergiversamenti esplicativi di una formalità ed una pedanteria imbarazzanti.

Per l'occasione si riforma la coppia che divenne celebre e pluripremiata con il bolso biopic sullo scienziato Hawkings, ovvero Eddie Redmayne e la tenace Felicity Jones, ove davvero impegnata e brava tra i due appare più quest'ultima che il suo un pò distratto contraltare maschile.

Chiudi

Ti è stata utile questa recensione? Utile per

3 utenti.

chiudi

Per te? Sì