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La prima pietra

Regia di Rolando Ravello vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La prima pietra

di axe
7 stelle

In una scuola elementare, pochi giorni prima del Natale, un bambino di origini mediorientali sfugge al controllo dell'insegnante e lancia una pietra contro una finestra; rompe il vetro ed arreca danni fisici ad una coppia di bidelli. Per il capo d'istituto, già molto impegnato nel montaggio di una complessa recita natalizia, è una grana non indifferente. Nonostante i due feriti non siano intenzionati a chiedere un risarcimento per quanto avvenuto, è costretto a convocare la mamma del bimbo, al fine di esporre quanto avvenuto ed ottenere un ristoro per la rottura della finestra. La signora si presenta, accompagnata dalla suocera; il capo d'istituto confida in una rapida soluzione della controversia, però il suo compito di "mediatore" si presenta da subito arduo, a causa non solo dell'appartenenza culturale e religiosa dei familiari del bimbo, ma anche dei caratteri degli altri attori della vicenda, i due collaboratori scolastici, l'insegnante e lo stesso responsabile della scuola. Questo film mi è piacuto. L'ho trovato divertente, ed anche avvincente. La sceneggiatura è infatti in grado di "spiazzare" lo spettatore; all'inizio della visione si ha l'impressione di trovarsi davanti ad una classica vicenda "buonista", la quale potrebbe vedere le due donne di religione islamica ingiustamente "messe al muro" a causa del gesto del figlio; in realtà, non è così. Le due si rivelano essere completamente fuori dai clichès, in grado di tenere testa con notevole caparbietà anche alle più ragionevoli istanze delle controparti, tanto da apparire antipatiche; la maestra, una donna che vive in un suo mondo ideale di buoni sentimenti ed armonia, si dimostra piena di pregiudizi ed incapace di contenere i propri istinti; i due bidelli, persone all'apparenza molto semplici e rozze, dimostrano di essere tanto ragionevoli quanto basterebbe per chiudere la contesa bonariamente. Il capo d'istituto. ben interpretato da Corrado Guzzanti, infine, non esercita il ruolo di autorità che gli spetta, trovando soluzioni di compromesso le quali, nonostante le buone intenzioni, finiscono per provocare il caos. Il finale "cinico", la patina d'irrealtà che ammanta la vicenda, la complessità dei dialoghi, molto ben studiati, conferiscono accenti grotteschi alla narrazione. Scenografie ed ambientazione sono molto semplici; la storia è ambientata all'interno di un plesso scolastico, e, in particolare, in due stanze, ove si scolge la discussione tra i quattro, spesso interrotta dall'ingresso di un'applicata che chiede soldi al capo d'istituto per ogni attività non strettamente legata alle lezioni, attestazione di un disinteresse di fondo verso l'istituzione scolastica. Emblematico altresì un aspetto della storia : nessuno domanda al piccolo di origini mediorientali, perchè abbia lanciato il sasso; al gesto non è data spiegazione. Ognuno degli adulti, però, sembra avere una sua idea al proposito, e da qui nascono i contrasti, che porteranno ad uno scontro generale. Una commedia di breve durata, ben concepita ed interpretata; ha, a mio parere, la capacità di intrattenere grazie ad un imprevisto stravolgimento dei ruoli.

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