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La furia dei Baskerville

Regia di Terence Fisher vedi scheda film

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La recensione su La furia dei Baskerville

di mondolariano
8 stelle

Film breve e molto semplice, ma bellissimo proprio per questo. Fin dai titoli di testa si respira profumo di romanzo classico, che grazie ai maestri del genere horror (Fisher, Lee, Cushing, con l’appoggio della Hammer Production) assume le tinte di una fiaba stile fumetto d’autore: la migliore versione del racconto di Conan Doyle. Ogni scena illustra la vicenda con un colore diverso, da gustare minuto per minuto, come una serie di quadretti che dipingono il poetico paesaggio della campagna inglese: il castello, la landa, le sabbie mobili, la miniera. La musica è essenziale quanto efficace. Peccato che il punto debole sia proprio il mastino, con quel monotono ululato che rischia di essere ridicolo (anche se di grande effetto nella scena della miniera) e che alla fine ci mette troppo tempo per sbranare l’erede dei Baskerville. Nel doppiaggio italiano c’è un errore temporale tra il mese di giugno (rintracciabile quando viene citata l’edizione della “Gazzetta del Devon”) e il mese di ottobre (l’ambientazione del libro, più adatta a creare l’atmosfera della storia). 
Ottima anche la versione del 1939 (non recensita in questo sito), più suggestiva perché più vicina all’epoca originale del racconto, quando la severa nobiltà della vecchia Inghilterra esisteva ancora. Rathbone è un Holmes di squisita eleganza, che nel doppiaggio italiano sparge fiducia a piene mani. Il cane non è soltanto un latrato ma si vede e fa paura davvero, complice la vecchia pellicola in bianco-nero che dipinge la landa più spaventosa che si sia mai vista: un’ambientazione che farebbe invidia alla lugubre casa degli Usher nel racconto di Edgar Allan Poe. C’è anche la seduta spiritica in onore dello spiritista Conan Doyle. Da non perdere. 
 

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