Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
Ripetere l'ottima accoglienza ricevuta dall'esordio in un lungometraggio per Gabriele Mainetti, "Lo chiamavano Jeeg Robot", sarebbe stata un'impresa particolarmente rischiosa. Si parlò subito di un sequel. Ma, Mainetti, non sembra intenzionato a realizzare progetti a scopi puramente commerciali. Ed eccolo ripresentarsi cinque anni dopo (l'uscita era stata posticipata a causa della pandemia) con un'opera più ambiziosa. "Freaks out", seppur ripescando citazioni da più film, mantiene una sua originalità, dato che nel cinema italiano è sempre stata la commedia, il genere che fa felice soprattutto i produttori. I "freaks" di questo film non sono soltanto i quattro protagonisti, bensì, anche coloro che porteranno i nostri a diventare degli eroi. In particolare l'antagonista tedesco, dotato di sei dita in una mano, e un gruppo di partigiani "brutti, sporchi e cattivi" che aiuteranno i quattro nel finale. Quasi due ore di durata per un'esperienza che vale alquanto la pena vivere.
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