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Green Book

Regia di Peter Farrelly vedi scheda film

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La recensione su Green Book

di marcopolo30
9 stelle

L'ex enfant terrible della comicità Peter Farrelly da un sano colpo di timone alla propria calante carriera portando in scena un dramma-commedia di rara delicatezza e ottima fattura ambientato nel sud razzista degli States dei primi anni '60. VOTO: 9

Il Green Book del titolo, per esteso: The Negro Motorist Green Book, era una sorta di vademecum per il viaggiatore nero nel sud degli Stati Uniti d'America. O detto in maniera meno opaca, una guida su quei pochissimi alberghi e ristoranti dove un non bianco sarebbe stato il benvenuto. A sentir parlare oggi di tale Lonely Planet a sfondo razzista viene la pelle d'oca, ma negli States dei primi anni '60 è probabile che ciò rappresentasse la norma (e se nel resto dei Paesi occidentali non ne esisteva uno non è perché ivi non esistesse il razzismo ma piuttosto perché la popolazione di colore era praticamente inesistente). Peter Farrelly, regista la cui carriera era andata progressivamente accartocciandosi dopo i brillanti esordi comici degli anni '90 con titoli come “Kingpin”, “Scemo e più scemo” e “Tutti pazzi per Mary”, realizza con questo “Green Book” un sorprendente colpo di coda, riuscendo a portare in scena un dramma senza però mai rinunciare ai toni da commedia. Non siamo qui di fronte al tipico film (finto) progressista con protagonista nero buono-buonissimo e antagonisti bianchi cattivi-cattivissimi. Ci troviamo piuttosto al cospetto di due personaggi poliedrici, ciascuno alle prese con i propri problemi personali, con il Sud razzista a fare da sfondo alle vicende (vere) narrate. In questo Farrelly e i suoi co-sceneggiatori Nick Vallelonga e Brian Hayes Currie hanno dimostrato grande sensibilità ma anche buon senso e un'ormai rarissima refrettarietà ai pipponi mainstream della Hollywood contemporanea. Abbonadano i momenti light, ma d'altronde con uno come Peter Farrelly al timone non era certo lo humour a poter fare difetto, alternati ad altri genuinamente toccanti. Ottime le prove recitative dei due interpreti Viggo Mortensen e Mahersala Ali. Perfetti i colori pastello scelti dal fotografo di scena Sean Porter e la colonna sonora composta di Kris Bowers alternata a pezzi pop di quel periodo ma per nulla noti al pubblico odierno. Farrelly dichiarò che fu il leader dei Led Zeppelin nonché suo amico Robert Plant a consigliargli tali brani. Nel complesso un ottimo film che ben vale una visione, e certamente ben meritato l'Oscar al miglior film ricevuto alla 91a edizione degli Academy Awards.

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