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Bécassine

Regia di Bruno Podalydès vedi scheda film

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La recensione su Bécassine

di alan smithee
7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Dalla campagna bretone di inizi ‘900, la giovane Bécassine (Emeline Bayart) si trova costretta a lasciare la affettuosa povera famiglia contadina che le ha dato i natali, per trasferirsi verso la città: ovvero Parigi, della quale intravediamo magicamente, da lontano ma non troppo, irrealisticamente ma in modo suggestivo, la sagoma sinuosa della Tour Eiffel che spunta fiera dalle cine delle piantagioni di grano.

Incrociata per caso sulla strada l’auto della Marquise de Grand Air (Karin Viard), in viaggio con uno spasimante (Denis Podalydés) che la corteggia perennemente ma senza fortuna, la giovane viene assunta all’istante e sulla fiducia per sostituire la sfrontata e molesta cameriera strabica attualmente al servizio per fare da tata ad una bambina (Vimala Pons), Loulotte, che la marchesa, celibe, ha adottato scampandola alla miseria.   

La la bimba, dolcissima, e l’amorevole Bécassine, si instaura un rapporto quasi simbiotico che rende le due donne inseparabili più di madre in figlia. La vita in villa si rivela pertanto piena di incombenze per la cameriera, ma anche privilegiata rispetto alle condizioni delle altre persone del ceto inferiore al quale la giovane di fatto appartiene.

Quei mesi di idillio sono scalfiti dalla irruzione in villa di un molesto truffaldino ed affascinante imbroglione (Bruno Podalydés, fratello di Denis, ed anche regista del film), che conduce l’ingenua marchesa a finanziare parte dei suoi truffaldini e loschi affari, compromettendo l’equilibrio economico della un tempo illustre casata.

Per fortuna Bécassine, di aspetto goffo, non proprio avvenente, anzi proprio dall’incede impacciato e spesso maldestro, dimostra essere dotata di una forte creatività che la spinge a rendersi protagonista di invenzioni clamorose, in grado di garantire a tutta quella grande famiglia allargata che ormai da anni abita la villa, la sopravvivenza, nonostante le scellerate scelte della ingenua padrona di casa.

Da una omonima striscia a fumetti di inizi ‘900, l’adattamento del personaggio di Bécassine da parte del regista ed attore Bruno Podalydés appare assai gradevole, molto ben contestualizzato entro una ambientazione storica dai toni un po’ surreali, un po’ nostalgici, forti di scenografie sofisticate e dagli sfondi ammalianti, come all’interno di un mondo da fiaba in cui la drammaticità del periodo storico in sottofondo, viene ad essere esclusa persino da ogni sfondo più remoto.

Ci troviamo all’interno di una commedia storica sofisticata, edulcorata forse, ma con garbo e stile, senza mai risultare sdolcinata, che pare un dignitoso compromesso tra lo stile disincantato e malizioso di Jean-Pierre Jeunet di Amélie, il cinema social-tollerante e solidarizzante dell’ultimo Kaurismaki, ed il bizzarro, scatenato Bruno Dumont di Ma Loute!.

Si sorride con gusto, senza quasi mai arrivare alla risata (ma i galli che intonano di buon mattino La Marsigliese sono da applauso) ed il film si fa apprezzare e visionare con smagliante disinvoltura, grazie anche ad un apporto di attori davvero bravi e godibili, a partire da quella Emeline bayard dai tratti così irresistibilmente da quadro antico e da donna paesana

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