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Cosa fare a Denver quando sei morto

Regia di Gary Fleder vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cosa fare a Denver quando sei morto

di axe
7 stelle

Jimmy "Il Santo" è un ex-gangster di Denver. Dopo aver trascorso molto tempo in carcere, ha fondato l'azienda "Afterlife.Advice", tramite i servizi della quale, persone prossime alla morte possono lasciare messaggi per chi sopravviverà loro. Gli affari della società vanno male, pertanto, quando il suo boss, uomo incattivito dall'essere costretto alla sedia a rotelle, lo incarica di una missione, non può rifiutare. Gli domanda di spaventare un ragazzo in arrivo in città per combinare il matrimonio con Meg, ex-ragazza del figlio, psicolabile. Dovrebbe essere un incarico semplice per una persona della sua esperienza, ma i quattro personaggi, instabili ed inaffidabili, cui ha chiesto collaborazione, causano un grosso guaio. L'ex-boss, pertanto, decide di far eliminare uno ad uno i soci di Jimmy; a quest'ultimo è offerta la possibilità di salvarsi, allontanandosi. Ma "Il Santo" non è un uomo che fugge. Un noir vivace, ma dal finale estremamente amaro, costruito sul personaggio di Jimmy, interpretato da Andy Garcia. Jimmy "Il Santo", nonostante un ingombrante passato da criminale, del quale non è raccontato nulla, fa quello che può per migliorarsi. Amante della bella vita, contestualmente allo sviluppo della vicenda, corteggia Dagney, una bella ragazza conosciuta in un locale notturno. Accetta di malavoglia l'incarico affidato, e nonostante ciò s'impegna per fare un buon lavoro. Successivamente si ritiene responsabile del disastro commesso dai suoi soci, e tenta di salvarli dall'azione di un killer implacabile. Ma non riesce, anche a causa dell'ostinazione di alcuni dei quattro, i quali preferiscono affrontare il loro destino con dignità. Jimmy ha molte qualità positive; crede nell'amore e nell'amicizia. E' a suo agio nel sottobosco criminale di Denver e si attiene a quel particolare "codice di comportamento" che regola i rapporti tra ex-carcerati. E' coraggioso e volitivo. Compreso che non ha via di scampo, decide di uscire di scena con determinazione e cattiveria. Conclude i suoi affari "terreni" - compreso il mettere incinta una sua amica prostituta e tossicodipendente che aveva bisogno di un forte stimolo per uscire dal vortice di autodistruzione nel quale era entrata; vendica la sua morte prima che essa avvenga ed affronta anch'egli il suo destino, senza mai aver dato al boss la soddisfazione d'implorare pietà. Questo film ha molto in comune con il di poco precedente "Pulp Fiction" di Tartantino. Personaggi fuori di testa, situazioni ed elementi grotteschi, un ritmo sostenuto, linguaggio estremamente colorito e dialoghi elaborati. La vicenda è interessante, ma è anche il "punto debole" del film, a causa della scarsa plausibilità. L'azione "dimostrativa" non è ben organizzata; la tragedia che ne deriva, evitabile. La reazione dell'ex-boss spropositata, ed anche l'uscita di scena di Jimmy, benchè eroica, sembra esclusivamente frutto della volontà del protagonista. Nonostante ciò, l'opera mi è piaciuta; oltre a quella di Andy Garcia, sono degne di nota le interpretazioni di Christopher Walken (il boss) e Steve Buscemi (il killer). A tratti divertente, tanto da prendere toni da commedia, a tratti drammatico, il film coinvolge dal criptico inizio, fino all'amaro epilogo, che lascia comunque un velo d'incertezza sulla sorte del protagonista.

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