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I villeggianti

Regia di Valeria Bruni Tedeschi vedi scheda film

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La recensione su I villeggianti

di Furetto60
6 stelle

Alla quarta regia,Valeria Bruni Tedeschi,regista e interprete, sembra sbandare un tantino,

La nostra protagonista si chiama Anna, alias Valeria Bruni Tedeschi, regista in crisi per la fine della sua storia d’amore e anche in cerca di quiete per completare e perfezionare la sceneggiatura del suo nuovo film.  Raggiunge la meravigliosa villa di famiglia in Costa Azzurra, Qui, oltre all’anziana madre e al personale di servizio trova la sorella il cognato e altri parenti e amici. In un’atmosfera surreale, e trasognata   succede tutto e niente. Il personale di servizio è in fibrillazione per problemi di soldi e di straordinari e i padroni di casa a loro volta sono in affanno economico, tanto che l’industriale, proprietario della magione sta per licenziare tantissimi dipendenti.  Valeria Bruni Tedeschi torna sui soliti temi e dirige un film corale, sovraccarico di nevrosi e isterismi, di disagi, nonostante lo sfarzo in cui le vicende si svolgono. Molti gli elementi che ci fanno pensare ad un film autobiografico: Ma la regista, interpellata a riguardo, parla di autobiografia immaginaria, cioè un racconto che raccoglie diversi spezzoni di vita vissuta e li mette insieme rielaborandoli, afferma la regista/interprete: «Impasto la realtà e parto da materiale autobiografico, alla fine risulta sempre qualcosa di nuovo»

La filmografia di Valeria Bruni Tedeschi regista è un "continuum "cadenzato nel tempo attraverso film diversi,ma con tanti denominatori comuni, in cui la stessa Valeria racconta di sé,non cambiando i punti di riferimento chiave,la madre, ad esempio, che è interpretata sempre dalla vera mamma Marisa Borini, la figlia che è la sua vera figlia adottiva, pesca sempre come già detto, in quello che è il suo universo autobiografico, stavolta la sorella, Carla Bruni  o, meglio, la sua reinvenzione è interpretata da Valeria Golino, che nella vita reale è la ex di Scamarcio, che nella finzione è lo sciagurato che ha lasciato Anna per un’attrice più giovane e avvenente.
Non a caso come  frase iniziale è stata scelto un aforisma di Botho Strauss che parla del divorzio come della ferita più profonda che la vita ordinaria ci può infliggere. Insomma verità e finzione si specchiano tra loro, ben oltre l’esercizio metanarrativo, con la regista-attrice che parla di sé,in un film in cui parla di sé e che tratta della lavorazione di una sceneggiatura, in cui è lei stessa protagonista. "I villeggianti", chiamando a raccolta anche altri ospiti che arricchiscono il novero dei personaggi, innesca un gioco teatrale di incroci ,ricordando alla lontana, Bergman in “Sorrisi di una notte d’estate” e anche sempre alla lontana Allen in “Una commedia sexy in una notte di mezza estate”, e ispirandosi sempre alla lontana alla Comédie-Française.  Se, come si dice a un certo punto, la differenza tra dramma e commedia è che la commedia è una storia che finisce al momento giusto, qui allora siamo in un dramma perché il film dura troppo, con la sequenza finale ambientata sul set, in cui la nebbia ammicca sfacciatamente al mondo Felliniano.
Nonostante le lodevoli intenzioni, alla sua quarta prova da regista, il risultato purtroppo è deludente. Spunti e temi importanti come la solitudine, l’invecchiamento, la separazione, la morte, sono solo accennati, i dialoghi né a livello psicologico né a livello narrativo, sembrano avere il giusto spessore. Tutti i personaggi si muovono sulla scena come scollegati, e le loro azioni sembrano fini a sé stesse, come se non avessero conseguenze né sugli altri, né sullo sviluppo della storia. Valeria Bruni Tedeschi, anche come interprete stavolta non funziona, è sempre su di giri, sopra le righe e indecisa fra il pianto e la risata nervosa: e ciò vale anche per tutto il resto del cast, parlano di stupro, aborto, morte, ma al contempo ridono, bevono e  se la spassano. Bruno attore di teatro francese che qui interpreta uno degli amici di famiglia, a un certo punto sparisce e qualcuno pensa sia disperso in mare e invece torna dopo un paio di giorni, in mutande, per pronunciare la più bella battuta del film: “Ho provato ad affogare ma non ci sono riuscito”.so nuotare troppo bene. Tra i tanti commenti che ho letto ce n’è uno che mi ha colpito:” I villeggianti è un film che può piacere, ma può anche irritare”.



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