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Caniba

Regia di Verena Paravel, Lucien Castaing-Taylor vedi scheda film

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La recensione su Caniba

di maghella
7 stelle

 

L'11 giugno del 1981 Issei Sagawa uccide a Parigi la sua compagna di studi Rene' Haltvelt. Dopo averla uccisa ne mangia 7 chili di carne. Viene catturato e imprigionato, considerato insano di mente, ottiene l'estradizione in Giappone e dopo pochi mesi viene rimesso in libertà. In patria diventa una celebrità: autore di macabri manga, scrittore di bestseller, attore di film pornografici, ospite di numerosi talk show. Oggi Sagawa vive immobile su una sedia a rotelle, a prendersi cura di lui è il fratello.

Quasi 20 minuti di primi piani sfuocati dei 2 fratelli, in cui parlano ogni 4 minuti dicendo cose apparentemente senza senso. Un delirante racconto di Sagawa di quello che l'avrebbe spinto a compiere il delitto nell'81, e delle sue pulsioni sessualideviate che vedono nel cannibalismo il massimo del godimento  sessuale.

Nei minuti a seguire un filmetto pornografico di Sagawa giovane e la visione di un suo manga osceno, in cui viene illusrato l'efferato omicidio della Haltvelt. La  voce fuori campo del fratello sottolinea come lui certe cose non le concepisce, ma che arriva a capire che alcune persone le possano apprezzare. Il manga in questione è un volume ben rilegato messo in commercio da anni in Giappone  (mi auguro solo li).

Altri minuti ancora e si osservano vecchi filmini amatoriali dei 2 fratelli da piccoli. "Siamo cresciuti come gemelli" dice il fratello a Issei, che annuisce e mugola cose al limite della comprensione, passando da un discorso all'altro.

Di seguito ancora vengono mostrate le depravazione sadomasochiste del fratello: fili spinati roventi, lacerazioni della carne, morsi profondi, senza mai arrivare alla pratica del cannibalismo.

Il finale mostra un Sagawa appagato dalla degustazione di un cornetto al cioccolato e dalle cure amorevoli di una giovane badante vestita come un cartone animato giapponese.

"E' un miracolo che io possa stare così ", una lacrima solca il viso del cannibale.

Strana sensazione per questo documentario lentissimo e di una pesantezza allucinante. La prima impressione dopo la visione è stata di disgusto e repulsione, un mio meccanismo di difesa nei confronti di un film che non ho compreso in piene, ma che mi è penetrato attraverso le immagini e aspetta di "fermentare". Oggi, dopo averlo digerito,  né conservo un sapore differente. Le prime immagini che mi avevano quasi indotto ad abbandonarne la visione (come molti hanno fatto), servono quasi da camera di compensazione per arrivare al delirio mentale di questi 2 depravati sessuali. Più inquietante di tutto sono i disegni del libro manga di Sagawa, un viaggio allucinante nella mente perversa del cannibale che si disegna piccolissimo tra i glutei che va a sezionare con una precisione chirurgica. Il Sagawa illustrato è un piccolo demone nero che esplora il grande corpo burroso della donna bianca, si comprende successivamente così il suo prediligere per le grandi brioche ripiene, che morde lentamente.

Ma lo shock mi arriva quando comprendo che anche il fratello pratica sesso autolesionista, cercando il "dolore perfetto". Mi sono chiesta allora cosa sia stata l'infanzia di questi due fratellini cresciuti come gemelli, che appaiono così "normalmente felici" nei filmini famigliari. Poi mi ricordo che tra quelli ne mostrano uno dove ai due bambini viene fatta una iniezione, molto probabilmente un vaccino, e di come la telecamera si sia dilungata su quei visini piangenti.

Issei Sagawa sarebbe dovuto essere rinchiuso per il suo terribile omicidio, lui stesso dice che è un pazzo, oggi è un paralitico che si commuove della sua felicità conquistata.

Film che merita una riflessione,  non per tutti, da digerire bene.

 

 

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