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Noi tre

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su Noi tre

di mm40
4 stelle

Noi tre è uno dei lavori meno noti di Avati, che in effetti ha prodotto in quantità inarrestabile, ma sempre attestandosi su apprezzabili livelli qualitativi. Racconta un breve periodo dell'adolescenza di Mozart - e curiosamente lo fa nello stesso periodo in cui Forman gira Amadeus -, cogliendo ispirazione dalla momentanea trasferta del compositore in Emilia-Romagna. Poteva sfuggire un simile dettaglio (pur minimo nella biografia di Mozart) alla curiosità del regista bolognese, da sempre cantore della campagna emiliana e della curiosità, della fame di esperienze della gioventù? Con un tocco di inventiva in puro stile fiction, perciò, Avati (che firma la sceneggiatura con il fratello Antonio) si diverte a ricostruire un'estate bolognese di fine '700 in cui il maiuscolo talento del musicista austriaco viene a misurarsi (e, in un certo senso, a ridimensionarsi) con i sentimenti dell'amicizia e dell'affetto, proponendo un ritratto 'domestico' del personaggio, non a caso ribattezatto per tutta la pellicola, semplicemente, Amadè. I tre ruoli centrali (quei Noi tre del titolo) sono affidati a ragazzini che non lasceranno grandi segni nel cinema, anche se il piccolo Pallavicini è quel Dario Parisini che di lì a poco fonderà il gruppo punk dei Disciplinatha, rivali minori dei CCCP. Nei panni degli adulti troviamo invece la più classica delle coppie 'avatiane', ovverosia Gianni Cavina e Carlo Delle Piane, ma anche Lino Capolicchio (già nella Casa delle finestre che ridono e Le strelle nel fosso) e Ida Di Benedetto. Musiche principalmente tratte dal repertorio di Mozart e per la parte originale composte da Riz Ortolani; ritmo non altissimo e qualche divagazione di troppo. 5,5/10.

Sulla trama

Nel 1770 il giovanissimo Mozart si trova a Bologna per sostenere un esame dell'Accademia dei filarmonici. Durante la preparazione è ospite del conte Pallavicini e lega un saldo rapporto con il figlio del conte e la vicina Antonia Leda.

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