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Il verdetto

Regia di Richard Eyre vedi scheda film

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La recensione su Il verdetto

di Furetto60
7 stelle

Ottimo film. Dramma umano, raccontato con elegante sobrietà. Tanti spunti di riflessione

Giudice dell'Alta Corte britannica, Fiona Maye è specializzata in diritto di famiglia, da sempre gestisce numerosi casi di diritto familiare, è una persona laboriosa e volitiva, convinta di essere sempre nel giusto, è ostinata, in tribunale come nella vita. Nonostante la sua crisi matrimoniale, che la sorprende ma non la scalfisce, perlomeno apparentemente, Fiona Maye è completamente dedita al lavoro, in cui crede religiosamente. Un giorno si ritrova tra le mani un caso singolare e spinoso, deve decidere sul destino di Adam Henry, un diciassettenne testimone di Geova, che rifiuta la trasfusione che potrebbe salvargli la vita, essendo affetto da leucemia, d’intesa con i suoi genitori anche essi seguaci di codesto credo, sulla necessità di rispettare alla lettera uno dei precetti fondamentali , che obbliga i fedeli a non mescolare per nessuna ragione al mondo il proprio sangue, in quanto ciò rappresenterebbe un’imperdonabile violazione alla parola di Dio. Per la legge però, la sua decisione non può essere accolta, essendo egli ancora minorenne. Fortemente Indecisa tra il rispetto per le sue convinzioni religiose e l'obbligo morale di somministrare il trattamento medico, che potrebbe salvarlo, decide di incontrarlo in ospedale. Fiona Maye, ascoltando il racconto del ragazzo, va  in crisi profonda, dilaniata da una richiesta urgente, in risonanza con la sua deludente vita privata, dopo una esistenza, immolata alla disamina di situazioni conflittuali, a valutare punti di vista contrapposti, a decidere con misura e distacco.Tuttavia il caso di questo adolescente, intelligente e sensibile, che ama la vita ma non teme la morte, rompe il suo delicato equilibrio, rimette completamente in discussione i suoi principi, la costringe a confrontarsi bruscamente con se stessa, per trovare un nuovo senso al significato della responsabilità, capovolge il suo paradigma di valori, conducendola dove nemmeno lei si aspettava di giungere, alla riscoperta di sentimenti che credeva oramai sepolti, si smarrisce e perde la bussola della sua vita. L'elemento perturbatore è Adam, un giovane seducente, pieno di vitale pulsione adolescenziale, ma prigioniero di un dogma assoluto, che non consente alcuna deroga. L'ambivalenza dell'animo umano è l’argomento e materia di un film, che illustra, senza sbavature o inutili orpelli, l’angustia interiore, di una donna travolta intimamente da quello che è chiamata a giudicare. Mai come in questo periodo, le cronache, nostrane riferiscono frequentissimi casi come questo descritto nel film. Il giudizio deve per forza di cose rimanere sospeso, la coscienza religiosa è un tema personalissimo e delicatissimo, che chiama in causa una serie di fattori, su cui non ci si può esprimere, in modo oggettivo. Qualsiasi opinione lascia il tempo che trova, bisognerebbe riuscire ad affidarsi al buon senso, che dovrebbe tracciare la strada maestra per capire cosa è giusto o meno fare.

 

 

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