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Ho affittato un killer

Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film

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La recensione su Ho affittato un killer

di Mulligan71
8 stelle

Siamo nel 1990 e il grande regista finlandese gira il suo primo film fuori dalla Finlandia, scegliendo Londra, l'Inghilterra. Imperniando il canovaccio su Jean-Pierre Léaud, il ragazzino de "I 400 Colpi", lavoratore francese immigrato che, depresso per aver perso il posto di lavoro, essendo incapace di togliersi la vita, affitta un killer che lo faccia per lui, Aki non cambia di una virgola il suo bellissimo e poetico universo cinematografico. Londra è irriconoscibile, affogata nei colori malinconici della periferia, che s'accompagnano con le musiche, da Billie Holiday al blues, al rock'n'roll e a Joe Strummer, che ha uno splendido cameo, cantando, in un bar, "Burning Lights". Ogni cosa ha il suo minimalismo, ogni cosa è al posto giusto, ci sono le sue rose sfiorite nei vasi di porcellana, c'è la luce dell'amore che salva Henri Boulanger, rappresentato da una venditrice di rose, c'è l'ineluttabilità della vita che anche il killer porta scritta in volto e nel fisico, c'è quella resistenza umana, quell'empatia naturale verso le classi povere, i diseredati, che da sempre è l'anima dei suoi film. Purissimo Kaurismaki, quindi, e altro gioiello, in una cinematografia che non ha mai girato a vuoto. Cinema imprescindibile.

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