Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
La ricetta è semplice quanto efficace:
Prendere un regista dalla carriera ampiamente sopravvalutata, aggiungere una storia già letta, vista, ascoltata con rimandi cult e colti (dall'horror anni 50, a King Kong, Frankestein ecc) a quelli abbastanza meno (Mark l'uomo di Atlantide, Splash una sirena a Manhattan ecc), ma ripulirla da qualsiasi idea audace, per non rovinare il popcorn al pubblico pagante.
Equilibrare, ma senza esagerare, aggiungendo una buona dose di spaccato sociale e sempre attuale, l'essere diversi, emarginati, incompresi in una società che tende all'omofobia e a disprezzare tutto ciò che è diverso, in fondo chi è diverso, per scelte sessuali, sensibilità, capacità o handicap si riconosce, si apprezza, compatisce, ama, e accoppia.
Addensare con un cast riuscito di attori che stemperino il sapore "delicato" della storia.
Aggiungere un cucchiaio di musical ed immergere (letteralmente) tutto in una ambientazione abusata ma noiosamente sempre attuale come quella dell'America degli anni '50 con musichette alla Amelie Poulain, estetica da videogame (cosa a cui dovrebbe decisamente dedicarsi a tempo pieno il regista, invece di dedicarsi a fasi alterne, e tralasciando il cinema).
Apparecchiare per qualche milione di invitati e la cena per la notte degli Oscar è servita.
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