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Duckweed

Regia di Han Han vedi scheda film

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La recensione su Duckweed

di alan smithee
4 stelle

locandina

Duckweed (2017): locandina

FAR EAST FILM FESTIVAL 19 - UDINE 

Corre l'anno 2022 ed un valido pilota di rally, dopo essersi aggiudicato una gara, mentre porta in giro l'anziano padre vedovo sulla sua rombante vettura, rimane vittima di un grave incidente.

Nel far riaffiorare tutti i ricordi di una vita - circostanza che dovrebbe riguardare chi si trova a metà strada tra la vita e la morte - per il nostro uomo il lasso temporale su ferma al 1998 ed egli pertanto si ritrova, per un capriccio temporale dalle cause ignote, a vivere in quell'epoca, proprio alla vigilia della sua nascita.

scena

Duckweed (2017): scena

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Duckweed (2017): scena

Incontrerà il padre, suo coetaneo, modesto ingenuo faccendiere dalle intuizioni commerciali davvero sconcertanti, e cercherà di far si che il suo intervento non sortisca danni irreparabili al futuro che vive al momento dell'incidente: compreso l'ardito compito di impedire che l'amore tra i suoi genitori possa subire deviazioni o impedimenti tecnici letali.

Una spigliata produzione cinese fa il verso e trae ispirazione senza troppe preoccupaziono di sorta dagli incalzanti assurdi temporali che hanno fatto la fortuna di film e saghe soprattutto a metà anni '80: la trilogia di Ritorno al futuro, su tutte, ma anche gioielli sin tropo dimenticati come il piccolo capolavoro coppoliano "Peggy Sue si è sposata". 

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Duckweed (2017): scena

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Duckweed (2017): scena

E indubbiamente il film sfodera un pertinente piglio ironico che gioca sulle metamorfosi tecnologiche impensabili a fine '90 in rapporto ad oggi, puntando sulla modesta lungimiranza del futuro padre, nel 2022 triste e solitaroi pensionato vedovo, per invitarlo a indursi invece a realizzarsi.

Ma è altrettanto vero che è sin troppo facile e comodo sfruttare i cliché brillanti dell'incognita temporale, dopo tutto quello che di buono hanno saputo raccontarci Zemeckis & company.

Motivo per cui non ritengo sussistano condizioni sufficienti per indurci ad ostentare inutili fuorvianti apprezzamenti smodati di fronte ad una operina in fondo appena passabile.

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