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Eloise. La figlia di D'Artagnan

Regia di Bertrand Tavernier vedi scheda film

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La recensione su Eloise. La figlia di D'Artagnan

di hupp2000
8 stelle

Divertissement in cappa e spada. Bertrand Tavernier si concede una pausa dopo la drammaticità e profondità di molti suoi film precedenti. Basti pensare a “L’orologiaio di Saint-Paul” (1974) o a “Daddy Nostalgie” (1990). Alexandre Dumas, avrebbe potuto intitolarlo “Quarant’anni dopo”. Vengono infatti immaginati i quattro moschettieri giunti in età più che pensionabile in rapporto alla speranza di vita dell’epoca. A riunirli è la richiesta d’aiuto da parte di Eloise, figlia di d’Artagnan affidata da bambina ad un convento di suore e ora inseguita da complottatori anti-Luigi XIV. La trama riveste scarsa importanza. A rendere avvincente la storia raccontata sono la raffinata messa in scena, il sublime gioco d’attori, la vivacità e la sottile ironia dei dialoghi. La regia di Tavernier possiede l’agilità e l’estro dei suoi divertiti spadaccini. Gli scontri a fil di lama sono poco credibili, ma la coreografia diverte. Foreste, castelli, galoppate e scenari sono sontuosi, come è lecito pretendere da un racconto di questo genere. Grandi interpreti dell’epoca si prestano allora ad un torneo di bravura senza prendersi troppo sul serio, dando vita a personaggi originali e scanzonati. Si divertono e si vede. A cominciare da Philippe Noiret, un d’Artagnan attempato e con qualche chilo aggiunto, ma nel pieno della forma quando si tratta di incrociare i ferri. Il ruolo di perfido complottatore si addice altrettanto al cattivo/simpatico Claude Rich, crudele ma sempre sorridente, nevrotico e falso al punto giusto. Il personaggio più gustoso e originale resterà comunque nella mia memoria quello del cardinale Mazzarino,  direi creato più che interpretato da Gigi Proietti, irresistibile nei suoi monologhi in “francitaliano”. Le non poche scene in cui compare hanno ovviamente senso solo nella versione originale. Nei titoli, l’attore viene accreditato come Luigi Proietti. Giungo alla fine di questa opinione senza aver ancora menzionato Sophie Marceau, che è pur sempre la protagonista indicata dal titolo. A 28 anni è ovviamente bellissima, ma il suo ruolo è sovrastato da quello dei maschietti, ai quali sono affidate le parti più gratificanti in termini di dialoghi e azione. Sophie Marceau esperta spadaccina per retaggio genetico è più che altro uno scherzo necessario alla sceneggiatura. Troppo inverosimile, ma basta stare al gioco di un film senza alcuna pretesa. Vuole divertire e ci riesce alla grande.

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