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Il caso Moro

Regia di Giuseppe Ferrara vedi scheda film

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La recensione su Il caso Moro

di mmciak
8 stelle

"Il Caso Moro" diretto nel 1986 da Giuseppe Ferrara,
devo dire che non mi è dispiaciuto.

La storia tratta i 55 giorni della prigionia dello statista democristiano
Aldo Moro, rapito e assassinato dalle Brigate Rosse nel 1978.

Il Film prodotto dalla Yarno Cinematografica è la trasposizione
Cinematografica del libro del 1982: "I giorni dell'ira" e
"Il caso Moro senza censure" di Robert Katz, co-autore anche
della sceneggiatura, e si rende merito che è il primo
a narrare quei 55 giorni che sconvolsero l'Italia.

Il regista è bravo a farci entrare nell'atmosfera
del periodo nero degli "Anni di piombo" dove le
Brigate Rosse facevano la lotta armata,
e decidono di sequestrare lo statista
Aldo Moro, alla vigilia della fiducia
di un governo, appoggiato per la prima
volta dall'esterno dai Comunisti,
dato l'avvicinamento di Moro e Berlinguer,
di quello che sarebbe diventato "Il Compromesso storico",
e chiaro ispiratore.

Intanto diciamo che Ferrara era un regista coraggioso,
perché fare un Film su un fatto che in Italia ha lasciato
luci e ombre non era facile produrlo, dopo poi la messa
in scena di "Cento giorni a Palermo" che raccontava sul
Generale Dalla Chiesa, e che poi all'epoca la DC era
ancora al governo e potente, e il "Caso Moro" era ancora
sulle coscienze di quella Italia, e non erano passati neanche
10 Anni, ispirandosi al Cinema di Petri.

Il Film è molto ritmato e nervoso, per la situazione
che si presentava, e rimane neutrale sui fatti,
ma fa uscire la storia dove la DC lo lasciò da solo
e non fece niente per salvarlo, con la scusa
delle fermezza, e solo Craxi e i Socialisti
fecero un tentativo fallito.

Bisogna dire che la ricostruzione è molto accurata,
prendendo anche telegiornali d'epoca (Con il mitico
Mario Pastore) e anche come situazione del covo
è credibile, anche se tutto si attiene ai fatti,
mettendoci anche la fantasia come ad esempio
la scena di Don Stefani che entra nel covo della BR, mai accaduto.

Ma tutto è sorretto dalla intensa interpretazione di
Gian Maria Volonté, nel ruolo per la seconda volta
di Aldo Moro, dopo "Todo Modo", ma questa volta
più dimesso, e cerca di trovare la libertà, anche se
secondo loro non dice niente di rilevante,
e non ci crede quando i suoi compagni di
partito, lo prendono per pazzo o ricattato o
con un arma alla tempia per le lettere che
scrive.

Intorno ci sono i servizi segreti con un capo
del Sismi che ha preso la borsa di Aldo Moro,
però non viene sviluppata per il meglio,
e poi la figura di Zaccagnini, che è una sorta
di macchietta, che continua a dire:
"Bisogna fare qualcosa, qualsiasi cosa"
interpretato da Bruno Corazzari,
e anche esponenti della DC poco somiglianti
come Andreotti (che sembra De Gasperi) o
Cossiga.

La scena che mi è rimasta impressa è quella
del sequestro, per la violenza che rappresenta,
con pistole e mitra che sparano e gente che muore.

Da segnalare la buona direzione degli Attori,
dove figurano anche un giovane Sergio Rubini,
che interpreta il figlio di Moro, che era agli esordi,
ma è bravo nella parte, poi:
Margarita Lozano-Daniela De Silva-Emanuela Taschini-
Mattia Sbragia-Consuelo Ferrara-Enrica Maria Modugno-
Enrica Rosso-Maurizio Donadoni-Stefano Abbati-
Pino Ferrara-Silverio Blasi-Nicola Di Pinto-Franco Trevisi
e Augusto Zucchi.

Invece nel reparto tecnico segnalerei la tesa
musica del grande Pino Donaggio, che va il verso
ai Film di Petri e le scenografie dell'esperto
Francesco Frigeri.

In conclusione un Film che fa riflettere,
dove racconta i fatti e ci ricostruisce quei
terribili 55 giorni dello statista Democristiano,
dove nella vicenda ci sono luci e ombre,
e ci introduce bene in quegli "Anni di piombo"
mai dimenticati dove l'Italia si trovò l'unità politica
e sociale contro il terrorismo rosso, e si raggiunse l'apice
con il sequestro e l'esecuzione del politico,
che ancora oggi non si sono chiarite tante
cose, rimaste nel mistero.

Il mio voto: 7.


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