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Jungle Fever

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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La recensione su Jungle Fever

di marcopolo30
5 stelle

Soggetto interessante, tecnica realizzativa impeccabile, svolgimento però in parte rovinato dall'ossessione che Spike Lee nutre per il problema razziale e che gli impedisce di creare personaggi che non siano solo tutta una serie di suoi alter-ego leggermente modificati.

Che Spike Lee sia un regista tecnicamente preparato è fuori discussione. Che però i suoi film abbiano mietuto nel corso degli anni più di quanto meritassero è in mia opinione altrettanto vero. Il problema di fondo, nel quale affoga anche questo altrimenti più che discreto “Jungle Fever”, è l'incapacità di Lee di smettere di pensare anche solo per trenta secondi che il mondo ruota attorno al problema razziale, e che l'umanità tutta non fa altro che nuotare, sguazzare in tale questione, analizzandola da ogni prospettiva non appena gli se ne presenta l'occasione. E così vengono fuori dialoghi al limite del grottesco involontario, con frasi come “Don't you know that white people hate black people because they are not black?” (“Non sai che i bianchi odiano i neri perché loro non sono neri?”) e situazioni non meno improbabili. Pensate infatti alla donna tradita dal marito che, riunita con le sue amiche, parla di... problemi razziali!!! Non sarebbe più verosimile che la sua incazzatura s'indirizzasse al tradimento in se e non al dettaglio razziale in esso contenuto? E caliamo poi un velo pietoso sulla rappresentazione stereotipata (e razzista) che si fa della comunità italo-americana. Eppure, nonostante tali limiti la forza visiva del film resta comunque innegabile. Ripetitiva infine la colonna sonora a firma Stevie Wonder.

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