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L'arcano incantatore

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'arcano incantatore

di Donapinto
8 stelle

Avati con quest'opera sembra voler omaggiare gli horror-gotici di Bava e Freda degli anni 60'. Potro' sembrare esagerato, ma lo considero uno dei migliori horror italiani, e perche' no, anche del panorama internazionale. Atmosfera, ambiguita', splendida ambientazione e un finale da brividi. Il tutto realizzato con due soldi e quattro attori.

Nella Bologna della meta' del diciottesimo secolo, un giovane seminarista e' costretto alla fuga per aver ingravidato una ragazza. Chiede aiuto ad un'anziana dama che si nasconde dietro a un affresco in una villa. Quest'ultima in cambio gli chiede un solenne giuramento e un prezioso "pegno". Il giovane si dirige verso un grosso casolare sull'appennino, dove vive esiliato un prete scomunicato dalla chiesa per i suoi studi sull'esoterismo e lo spiritismo, al quale dovra' offrire i suoi servigi da bibliotecario e scritturale, in sostituzione di quello precedentemente deceduto. Sara' una discesa agli inferi.                                                                                                                                                                                                    Dopo film come UNA GITA SCOLASTICA, FESTA DI LAUREA, REGALO DI NATALE e STORIA DI RAGAZZI E DI RAGAZZE, opere intrise di sentimenti e di vere e false amicizie, il bolognese Pupi Avati torna inaspettatamente alle origini dei suoi esordi. Film come BALSAMUS-L'UOMO DI SATANA e THOMAS E GLI INDEMONIATI, che non ho visto, trattavano argomenti come la magia e l'esoterismo, mentre LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO e l'innovativo ZEDER, sono veri e propri horror, opere di culto per gli appassionati. L'ARCANO INCANTATORE e' un film dalla chiara iimpostazione horror, ma di quelli che non se ne fanno piu'. Il regista sembra voler omaggiare quegli horror gotici nostrani degli anni 60, che avevano in Mario Bava, Riccardo Freda e Antonio Margheriti, i loro maggiori esponenti.Una storia di spiritismo, telepatia e demonologia, ambientata in un casolare sull'appennino, con all'interno una grande biblioteca appositamente ricostruita, un'ambientazione gotica suggestiva, sussurri e ambiguita'. Da brividi la scena del dialogo con la vecchia signora, l'apparizione dello spettro nella biblioteca e il finale ambiguo che ricorda quello della CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO. Tra gli interpreti Carlo Cecchi e' perfetto e inquietante nella parte del prete scomunicato, Dionisi non sara' un grande attore ma se la cava nel ruolo del giovane e ignaro bibliotecario. A mio parere uno dei migliori horror italiani, ma anche a livello internazionale può dire tranquillamente la sua, al cospetto di certe produzioni d'oltreoceano milionarie e con presunte star, qui Avati se la cava con quattro soldi e una manciata di attori. Il regista bolognese tornera' all'horror nel 2007 con il film IL NASCONDIGLIO, tratto da un suo romanzo breve.

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