Regia di John Woo vedi scheda film
Amore. Colpa. Pentimento. Riscatto. Rabbia. Rispetto. Emancipazione. Dolore. Passione. Ma prima di tutto, l’amicizia: come tema dominante, come collegamento tra i personaggi, come motivazione ad andare avanti e non arrendersi.
John Woo è riuscito ad includere tutto questo nel suo capolavoro, senza nulla togliere alla spettacolarità del complesso e all’efficacia della pellicola come film d’azione (che anzi, è proprio in questo contesto che magistralmente risplende).
Al di là della perfezione formale e stilistica e del dinamismo delle sequenze di sparatoria (delle quali il regista è maestro mondiale indiscusso), emerge in tutto il suo splendore e la sua sensibilità il gusto del regista per il melò.
Con “The Killer” John Woo ci coinvolge, ci emoziona, ci commuove, ci scuote, ci ammalia.
Cosa chiedere di più al cinema? Cosa chiedere di più a un film?
Una caratterizzazione dei personaggi perfetta, impeccabile e accurata, volta a mostrare i protagonisti (criminale e poliziotto) come due facce della stessa medaglia, entrambi alla costante ricerca di qualcosa (forse, in fin dei conti e inconsapevolmente, l’uno dell’altro).
Prima del fatidico epilogo, Li e John Chow hanno entrambi subito delle perdite e, durante la sparatoria finale (un quarto d’ora di cinema da antologia) si chiamano con i nomi fittizi di Dumbo e Topolino, che se da una parte si tratta di un espediente dovuto all’impossibilità (i cui motivi non mi dilungo a esplicare per evitare ulteriore spoiler) di utilizzare i propri veri nomi, dall’altra richiama metaforicamente il desiderio di un’infanzia mai condivisa.
Che poi il personaggio di John Chow sia (nella prima parte e prima dei titoli di coda) richiamato ed “evocato” dalla melodia di un’armonica da lui stesso suonata, è uno splendido quanto inaspettato omaggio al cinema di Sergio Leone.
In definitiva, si tratta di una delle perle del cinema d’azione di tutti i tempi, il miglior film di John Woo insieme a “Face-Off”, nonché uno dei migliori prodotti partoriti dal cinema cinese tutto (per forza di cose, a questo punto, uno dei più bei film degli anni ’80). Non sto esagerando né sopravvalutandolo. Vedere per credere.
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