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Luna di fiele

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su Luna di fiele

di trebby
6 stelle

Girato nell'estate del 91 ed uscito l'anno successivo questo film di Polansky non è venuto bene come altre pellicole del regista, penso all'ultimo film di Polansky dedicato all'affare Dreyfuss, oppure a ''Frantic'' uscito pochi anni prima. In ''Luna di fiele'' l'unica cosa veramente interessante è la mostruosa bellezza di Emmanuel Seygner allora fresca venticinquenne, bellezza che probabilmente il regista usa male dato che a parte qualche scena erotica di cattivo gusto, il regista filtra la sublime bellezza della ragazza attraverso gli occhi del marito vecchio bavoso, trasandato e libidinoso, ci sono film girati da registi molto meno talentuosi di Polansky con attori molto meno talentuosi di Kristin Scott Thomas, Hugh Grant ed Emmanuel Seigner dove tuttavia la carta della sensualità viene giocata meglio. Non metto minimamente in dubbio la competenza della Scott Thomas, tuttavia in questo film l'attrice britannica mi sembra un pò scialba ed opaca, Hugh Grant nella parte del pirla rimbambito non brilla particolarmente, non a caso nei trent'anni successivi ha recitato perennemente nel ruolo dell'affascinante playboy benestante e scapolo incallito,  Peter Coyote non è mai stato a mio avviso uno dei migliori attori di Hollywood, il regista lo fa recitare nella parte di un uomo di nemmeno trent'anni tuttavia all'epoca di anni ne aveva 50 e tra l'altro sembrava più vecchio stonando pesantemente con la bellezza della Seigner. Molti di voi avranno notato che le pellicole italiane degli anni 70 ed 80 indugiano un pò su questo tema: uomo non più giovanissimo che perde la testa per ragazza tra i 18 ed i 30 anni, più o meno questo film ricalca questa tematica, che se trattata in modo opportuno può anche risultare piacevole, tuttavia il risultato è un pò deludente, il film sembra un ''ultimo tango a Parigi'' girato negli anni 90, Emmanuele Seigner aveva un fisico più statuario di Maria Schneider, un'autentica venere di Botticelli,  tuttavia Peter Coyote non vale un'unghia incarnita di Marlon Brando. La trama di per se è abbastanza interessante: un'amore profondamente malato e perverso tra una giovane psicolabile ed un maturo scrittore fallito, neppure lui particolarmente ''sobrio'', un amore che degenera in una situazione assurda in cui il marito dopo una lunga serie di vicissitudini è schiavo di una moglie che vuole vendicare ogni umiliazione subita dal marito pervertito. Voto 6, Polansky può fare molto meglio.

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