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La polizia ringrazia

Regia di Steno vedi scheda film

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La recensione su La polizia ringrazia

di Baliverna
7 stelle

Steno si cimenta nel poliziesco e non delude, anche se la sceneggiatura mette un po' troppa carne al fuoco.

Si distacca dal tipico polizottesco italiano – compresi quelli recentemente rivalutati.... - per una maggiore consistenza dei contenuti, dei personaggi, e della trama. Se quelli sono a base di inseguimenti, violenza, dialoghi e personaggi banali, qui siamo, come livello, più dalle parti di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Del resto, Steno (regista e coautore della sceneggiatura) ha un suo mestiere consolidato che può mettere a frutto, soprattutto quanto a cura e stile, più di certi suoi giovani colleghi che preferivano andare per le spicce.

Se mai, il difetto di questo film è di mettere un po' troppa carne al fuoco: l'aumento della criminalità, la spinta per la reintroduzione della pena di morte, l'eversione nera, la polizia con le mani legate dal garantismo e dalle scartoffie, la corruzione delle alte sfere, l'arroganza dei criminali davanti a questa debolezza. Molte di queste questioni rimangono non risolte od esposte non sempre bene, ma il film rifiuta comunque l'idea della giustizia privata o popolare che dir si voglia, a suon di esecuzioni sommarie da parte di misteriose brigate della morte. E la polizia ha poco da ringraziare, sia dalla parte delle istituzioni che degli autoproclamatisi esecutori di sentenze di morte.

Quanto agli attori, vediamo un bravo Enrico Maria Salerno nella parte del commissario. L'attore, anche grande doppiatore, non interpretò sempre personaggi convincenti in film di spessore, tanto da farmelo ritenere spesso sprecato, ma questo è certamente uno dei casi positivi. Mariangela Melato, dal canto suo, ha una parte piccola e un po' didascalica, ma se la cava. Bolso e imbalsamato, invece, ritengo l'italo-tedesco Mario Adorf, evidentemente fuori parte. Discreti i caratteristi e le comparse, mentre Cyril Cusack, che non era un divo ma è comparso in una quantità di pellicole, ci dà un interpretazione convincente di un personaggio tanto malvagio e cinico, quanto raffinato e mellifluo nei modi. Steno dirige bene, dimostrando di saper destreggiarsi non solo nella commedia.

È doverosa una nota sulla qualità dell'immagine, almeno nella copia mandata in onda da Rai 2. Che la pellicola sia deteriorata (colori sbiaditi, grana, forse duplicata con la mascherina sbagliata, ecc.) non è colpa di chi ha fatto il riversamento; che ci siano, però, altri difetti, questo sì. Durante la sigla iniziale l'immagine risulta compressa orizzontalmente come una fisarmonica (guardate le automobili), per ovviare al fatto, evidentemente, che i titoli cadevano fuori dallo schermo. Il formato immagine,infatti, è evidentemente manipolato, anche se è difficile determinare esattamente in che modo. Tra l'altro, è stato almeno “ristretto” il formato panoramico, perché in alcune scene i personaggi vengono inquadrati con le teste completamente fuori dall'inquadratura, cosa che ricorda le foto di Totò e Peppino investigatori privati, ma che certamente non fece Steno. Insomma, è un bel guazzabuglio o pastrocchio, almeno per essere la Rai. E che nessuno mi dica che devo aver impostato male il televisore.

 

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