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Shin Godzilla

Regia di Hideaki Anno, Shinji Higuchi vedi scheda film

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Tiaz gasolio

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Shin Godzilla

di Tiaz gasolio
7 stelle

Shin Godzilla – La Recessione.
Quando ho saputo dell'uscita di un nuovo film con Godzilla - ovvero il mostrone spaccametropoli nato in Giappone nel 1954 - ho subito pensato alle ultime pellicole prodotte ad Hollywood, tra le più merdose mai viste sul grande schermo perché, a parte un grande sfoggio di effetti speciali, mancavano praticamente di tutto, anche degli attori presentati in locandina, vedi mr. Cranston. Con il mostrone poi che si palesava solo dopo quaranta minuti di nulal cosmico senza soddisfare per niente le aspettative dello spettatore. Molti di voi si staranno chiedendo cosa ci si possa aspettare da un film come Godzilla; il fatto è che praticamente tutte pellicole su Godzilla made in USA sono talmente inutili che lasciavano allo spettatore solo la sensazione dia ver buttato via un'ora e passa della propria vita. Ma nel 2017 Godzilla torna in Giappone, non solo come ambientazione ma anche come produzione cinematografica. Ci troviamo nel Giappone dei giorni nostri, tutto formalità, dedizione e sacrificio, quando dal mare spunta un protomostro che comincia a sfasciare la città, come se fosse la prima volta, evitando così inutili legami con i film precedenti (soprattutto ammerdicani). La comparsa del mostro non è solo un'ottima scusa per vedere distruggere Tokyo, ma anche per imbastire una critica al sistema governativo giapponesi che in molti casi lascia troppo spazio alla formalità, trascurando i bisogni reali della popolazione. Visto dal punto di vista di noi italiani medi e visto come vengono gestite le emergenze da noi, le critiche presentate alla società nipponica non ci toccano molto; in Italia, se arrivasse Godzilla, il governo ci consiglierebbe solo di pregare forte e duro, ché in una decina di anni di appalti truccati e mazzette si sistema tutto. Ma qui siamo in Giappone, dove la troppa formalità a volte va a discapito dell'efficienza. Beati loro, che hanno di questi problemi. Vediamo dunque spuntare dalla baia un Godzilla mezzo pesce mezzo rettile che, in costante evoluzione fisica, si diverte a spaccare tutto senza pietà, e, mentre a noi spettatori monta la curiosità di capire come evolveranno la creatura e la storia, ci imbattiamo nel classico problema dei film giapponesi: la lentezza della trama. Sì, perché nella cinematografia giapponese i tempi sono sempre dilatati e in molti casi ci si perde un pochino strada facendo. Anche qui, per quanto Godzilla sia uno dei film giapponesi dalla sceneggiatura super digeribile, ci si spacca un pochino i maroni con dialoghi che a volte risultano più che ausiliari; non dico inutili, perché in questo caso forniscono sempre qualche nozione che approfondisce un poco la storia o i personaggi, però all'occidentale medio abituato agli Avengers e ai cinepanettoni certi dialoghi risultano un poco prolissi. Mentre sullo schermo il governo giapponese si riunisce più e più volte, regalandoci dei cameo di attori giapponesi ultraconosciuti come Jun Kunimura e persino il grande fondatore dello Studio Ghibli, Hayao Miyazaki, viene formata la task force degli esperti che, a dispetto del governo, mettono il dovere prima di tutto. Spunta anche la delegata del governo americano che viene sfruttata per sparare un po' di merda sui metodi risolvi-crisi del governo USA, ovvero il classico "bombarda e poi finanzia per ripulire il casino". La delegata USA di origine giapponese viene usata per fare una specie di whitewashing inverso, cioè facendola comportare da perfetta bianca americana arrivista pur essendo di aspetto e origine asiatica. Peccato che nella versione italiana sia stata doppiata con il buco del culo, soprattutto quando si esprime in inglese, facendola parlare con una pronuncia e una dizione scolastica di basso livello che la fa sembrare più una zoccola da bordello asiatico piuttosto che un delegato americano di alto livello. Ma, mentre Godzilla si diverte a smerdare le super armi americane, il Giappone ed il suo popolo non abbassano la testa e, dopo un'altra buona dose di dialoghi che come già detto si potevano condensare un pochino, grazie alla task force di improbabili scienziati si trova una soluzione temporanea che ricongela il mostro nucleare e lo rimanda in letargo. In conclusione: come nel lontano 1954, quando il mostrone veniva utilizzato come pretesto per criticare la società moderna, così anche oggi Godzilla non solo per distruggere e devastare a colpi di effetti speciali da milioni di dollari, pardon, yen (come nei film prodotti a Hollywood che lo riducevano a calamità da intrattenimento, utile solo per irmpeire lo schermo per un'ora e mezza), ma, soprattutto, per fare una critica alla politica giapponese, con l'intento di comunicare un messaggio allo spettatore, il tutto coadiuvato dalla maestrale regia del signor. Hideaki Anno, già regista ed autore di anime di alto livello come Neon Genesis Evangelion, rendendeno le scene di azione dei piccoli capolavori di distruzione in puro stile nipponico.
per insulti anche non costruttivi.
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La Recessione
#larecessione

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