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Camerieri

Regia di Leone Pompucci vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Camerieri

di Dany9007
8 stelle

Nei primi anni 90 le commedie italiane (e non all'italiana) erano spesso relegate ai cinepanettoni di Boldi e DeSica: ancora doveva nascere qualche nuovo spunto, come il trio Aldo, Giovanni e Giacomo, aveva già fatto delle buone eccezioni Benigni, intanto alcuni, come lo stesso Villaggio vevano perso la loro vena d'ispirazione iniziale. Proprio Villaggio, infatti, aveva riproposto in tutte le salse il suo Fantozzi, con una nidiata di personaggi apocrifi o derivati (dai Fracchia a Ho vinto la lotteria di capodanno) imprigionandosi in un unico personaggio e riducendolo ad una macchietta. Con Camerieri però ho avuto l'impressione di un film che volesse guardare davvero al passato con sfaccettature interessanti ed in un'ottica tangibilmente cattiva, in nome di quella buona dose di cinismo che ha permesso alla commedia all'italiana di distinguersi, senza concessioni a grandi simpatie per i suoi protagonisti. Il cast del film è tutto di attori eccellenti: un Villaggio cattivissimo e borioso, nel ruolo di Bianchi, un maitre con un passato di glorie (più presunte che vere) negli ambienti del jazz set, impagabile mentre lo vediamo dispensare consigli su come distribuire piatti ben poco gustosi in base agli ospiti o aggiungere abbondanti dosi di vino al pasto per mettere in secondo piano le mancanze del cibo. Poi abbiamo un eccezionale Abatantuono, ex calciatore ormai sepolto dai debiti, fanatico di corse dei cani e innamorato di una prostituta di colore: lo vediamo accettare senza scrupoli persino le piccole mance che aveva accumulato il figlio, per colmare un po' dei suoi debiti, o per giocare di nuovo. Marco Messeri è Agostino Rondine, personaggio più debole: solo e senza famiglia, vive ormai nelle cucine del ristorante, ha dalla sua un passato da eccellente suonatore di fisarmonica, ma ormai ritiratosi alla sola professione di cameriere. Antonio Catania è Germano, cuoco permaloso e molto religioso. Infine Riccardo, che funge da osservatore della vicenda: è il nipote di Bianchi ed è al primo giorno di lavoro presso il ristorante. Anche i personaggi di contorno, capitanati da Antonello Fassari, nel ruolo di Azzaro jr. e dal laido padre, interpretato da Carlo Croccolo (qui al vertice della trivialità) sono eccellenti nel dipingere figure arricchite, ciniche e strafottenti. 

La vicenda si svolge nel corso di una sola giornata di lavoro, presto sconvolta dalla notizia che porta il proprietario del ristorante, Loppi (un malinconico, ma sempre eccellente, Ciccio Ingrassia qui al termine della sua carriera) il quale comunica al gruppo la sua decisione di vendere il ristorante al mobiliere Azzaro il quale, qualora soddisfatto del pranzo e del servizio per la cerimonia dell'anniversario di nozze dei genitori, avrebbe deciso se tenere o meno i dipendenti. Immediatamente i rapporti tra i camerieri, già conflittuali e basati su equilibri di forza, sebbene con il proposito di accantonare risentimenti, vengono presto logorati. Un malore di Loppi lascia il gruppo nelle mani del dispotico Bianchi che, con i suoi metodi, non fa altro che acuire le tensioni. Tra litigi con il cuoco e pessime figure con gli invitati (che si dimostrano di una volgarità e di un cinismo inarrivabili) la situazione presto degenera: il pranzo si rivela un disastro, Bianchi viene quanto prima licenziato e lo stesso sta per capitare ai colleghi. Salvo un'inaspettato colpo di fortuna dovuto ad una schedina del totocalcio...

Se vogliamo evidenziare dei limiti al film, credo si possano ricondurre a due elementi principali: come è ovvio, il finale punta ad una consolazione che è figlia dei suoi tempi e dei limiti di un film che non ha certo lo spessore delle grandi pellicole. In aggiunta, vi sono forse troppi personaggi di contorno e risvolti sul passato dei personaggi non ben messi a fuoco: la vicenda personale di Bianchi viene rivelata verso la fine (sembra abbia perso tutto al gioco e abbia rovinato economicamente suo figlio), sembra sempre che Bianchi abbia trovato il posto di lavoro a Germano che gli rinfaccia di averlo fatto finire "dentro a sta' fogna", il livore che provano i camerieri gli uni verso gli altri non è ben motivato, la figura dell'amante di Azzaro (interpretata da una Sandra Milo che esprime solo qualche "acuto") non ha alcuno sviluppo nella storia.

In ogni caso, un film sempre piacevole da vedere nella sua aggressività, nell suo turpiloquio e nella sua "sgradevolezza".

 

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