Regia di Federica di Giacomo vedi scheda film
Grande serata ieri al Rouge et Noir di Palermo per l’anteprima di questo film, vincitore nella sezione Orizzonti alla 73a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Sala al completo, numerosa ovviamente la rappresentanza di uomini di Chiesa, richiamati dall’argomento.
A destare maggior interesse è stato l’approccio alla materia dell’autrice, laureata in Antropologia a Firenze, anch’essa presente in sala. Il suo occhio da studiosa infatti registra in maniera erodotea ciò che accade durante gli incontri tenuti da Padre Cataldo e altri sacerdoti in chiesa, dove essi compiono i loro riti di liberazione dalla possessione demoniaca. La tematica trattata suscita molto più di qualche semplice perplessità, in quanto si sta facendo i conti – razionalmente o meno – con l’idea di accettare l’esistenza di una realtà considerata paranormale (ed eventualmente anche credervi).
Non era facile quindi per la regista superare la tecnica dell’osservazione partecipante e concentrarsi esclusivamente sui fatti che si presentavano dinanzi al suo sguardo “scientifico”, senza emettere giudizi di adesione o rifiuto. L’intento può dirsi riuscito: il film è girato e montato benissimo, seguendo con distacco e discrezione le persone coinvolte nei loro pellegrinaggi.
Lo sforzo maggiore viene richiesto allo spettatore, il quale – al di là del proprio punto di vista sulla questione (in sala vi erano credenti, scettici, agnostici, atei e semplici curiosi) – si sente chiamato in causa di fronte al manifestarsi di fenomeni documentati fin dall’antichità grecoromana.
Resta difficile prenderlo tutto sul serio, ad esempio vedendo Padre Cataldo – che un po’ somiglia all’attore Enzo Cannavale – amministrare a dosi un esorcismo tramite telefonino (come in un nuovo Scary Movie); oppure le reazioni ritenute tipiche in chi sarebbe posseduto: spesso infatti potrebbero trattarsi di disturbi mentali o problemi di altra natura, trascurati nel corso del tempo fino al loro violento manifestarsi, scambiato appunto per possessione. In effetti non sono mancati né brusii d’imbarazzo per le persone riprese, né fragorose risate ad alcune esilaranti esternazioni di un inconsapevole talento comico naturale come appunto Padre Cataldo Superstar: per quanto dette in buona fede, mi hanno fatto pensare al “Padre Lapardeo, l’infallibile esorcista palermitano” di Ciprì e Maresco.
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