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La mia notte con Maud

Regia di Eric Rohmer vedi scheda film

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La recensione su La mia notte con Maud

di steno79
10 stelle

La mia notte con Maud è soltanto il terzo lungometraggio di Eric Rohmer, ma rimane una sua pellicola quintessenziale, una delle sue opere più profonde e appassionanti, un film maturo, forse perfetto e irripetibile, forse il suo capolavoro. Si tratta di un'elaborata riflessione sulla morale, qui da intendere nel senso religioso, che guida i rapporti umani e in particolare quelli affettivi, con una spiccata dimensione filosofica nei dialoghi che citano ampiamente Pascal, anche grazie all'ambientazione nella cittadina di Clermont-Ferrand, luogo di nascita del filosofo. Non saprei se questo film, come altri del regista, possano venire inglobati nel movimento della Nouvelle vague, anche perché Rohmer fin dagli esordi ha dimostrato di inseguire una sua linea fortemente personale che qui si traduce in un dialogo fittissimo che è il vero motore dell'azione e che passa in rassegna soprattutto il rapporto uomo/donna, la purezza dell'amore, la fedeltà e il compromesso visti sotto un'ottica cristiana (da parte del personaggio di Trintignant) e mondana (da parte del personaggio della Fabian). Il film è un brillante "puzzle" intellettuale, ma comunque godibile, dove non avrebbe molto senso rimproverare al regista l'abbondanza del parlato, come qualcuno ha pur fatto, perché il dialogo veicola il senso stesso delle situazioni e dei personaggi, anche se non si può accusare Rohmer di essere trascurato a livello di immagine, perché "Ma nuit chez Maud" propone un connubio raffinatissimo fra inquadrature costruite con meticolosa cura e disquisizioni verbali meticolosamente scritte in fase di sceneggiatura, ma miracolosamente spontanee e veritiere. Il tempo di alcune sequenze è volutamente dilatato ma l'artificio registico finisce per non pesare, soprattutto nella lunghissima scena di Michel a casa di Maud che dà il titolo al film ed è il suo nucleo significante. Fondamentale in tutto ciò la prestazione degli attori, con un Trintignant perfetto nella parte dell'ingegnere cattolico di buoni principi tentato dall'affascinante Maud ma destinato alla famiglia con la ragazza dei suoi sogni Francoise, in un finale che segnerà un ribaltamento di prospettiva molto amaro e per nulla accomodante. Ottime le prestazioni delle due donne, una Francoise Fabian forse nella migliore interpretazione della carriera, carnale come un'eroina di Fellini ma anche cerebrale, e una Marie Christine Barrault colta nel fulgore della giovinezza, ma perfettamente adeguata al ruolo. I chiaroscuri del mago delle luci Nestor Almendros, futuro premio Oscar, assistito dall'altrettanto oscarizzato Philippe Rousselot, donano all'immagine in bianco e nero una corposità diversa rispetto alla frenesia rivoluzionaria di un Raoul Coutard per Godard e Truffaut, ma si tratta ugualmente di una fotografia attentissima ai valori figurativi e alle geometrie disegnate dai corpi nello spazio. In definitiva, forse un po' impegnativo definirlo il suo migliore film in assoluto, ma probabilmente lo è, e un'opera seminale per tutto il "cinema di parola" dei decenni a seguire. Voto 10/10 

Jean-Louis Trintignant

La mia notte con Maud (1969): Jean-Louis Trintignant

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